C’erano una volta i semafori intelligenti o, come si direbbe oggi, gli smart traffic light. I semafori intelligenti sono cosa utile perché rilevano, tramite dei sensori immersi nell’asfalto immediatamente vicino al segnale luminoso, la presenza di veicoli e regolano, di conseguenza, i tempi di attesa per la luce verde in funzione del traffico, riducendoli ed evitando inutili attese. È bene considerare anche che l’attesa inutile al semaforo non è solo una perdita di tempo ma anche e soprattutto uno spreco di carburante e una fonte di inquinamento. Per questo l’adozione di semafori di questo tipo va considerata una scelta giusta e oculata.
Dicevo che c’erano una volta perché oggi non ci sono più. Mi riferisco, naturalmente, a Montegranaro, in particolare alla strettoia di Porta Romana dove, qualche anno fa, il vecchio impianto semaforico fu sostituito da uno più moderno e, appunto, intelligente. A onor del vero l’impianto ha sempre dato qualche problema e molto spesso abbiamo assistito a sospensioni del servizio per manutenzioni straordinarie. Oggi, però, lo abbiamo salutato definitivamente. Intendiamoci: il semaforo ancora c’è, si accende e si spegne e ferma le macchine, sempre ammesso che l’automobilista sia d’accordo (a Montegranaro, si sa, fermarsi col rosso è facoltativo). Però se ne è andata l’intelligenza del semaforo. I tempi di attesa sono fissi e capita di rimanere minuti e minuti fermi senza che passi nessuno.
La domanda è: non si potrebbero riparare, visto che, comunque, il sistema deve essere costato qualcosa in più rispetto a uno normale? Allora perché usarlo come fosse uno normale, rinunciando ai benefici che un impianto di questo tipo porta con sé? Rimettiamo in funzione l’intelligenza del semaforo: quella almeno si può riparare, al contrario di altre intelligenze, ahimè, ormai perdute per sempre…
Luca Craia