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Sgovernissimo

Creato il 27 marzo 2013 da Albertocapece

inciucioE così siamo di nuovo condannati all’inciucio, a un’eterna bicamerale, al patto tra Berlusconi con la sua corte dei miracoli che chiede il salvacondotto per i suoi scheletri e il centrosinistra che paga il sonno dogmatico montiano appoggiato fino all’estremo. La terza forza che si era creata in questo frangente il Movimento 5 stelle, dopo aver voluto sedersi al tavolo verde, dice che non si fida degli altri giocatori e rinuncia ad appoggiare il tentativo di Bersani con grande soddisfazione di tutta la malapolitica che temeva la possibilità di qualche reale cambiamento e dei poteri europei che paventavano l’aperta eresia dell’Italia.

Un no abbastanza scontato, visto che i grillini intendono far fruttare il disagio e il dramma che nascerà da un nuovo governo tecnico, semitecnico, di emergenza destinato a seguire le disastrose orme del professore e a mantenere tutti i conflitti di interesse, tutta l’ambiguità, l’opacità e l’immobilismo che ci perseguitano. Non so quanto sia saggia questa strategia perché di fatto Ponzio Pilato avvantaggia solo il Barabba gonfio di botulino e può darsi che dopo un altro anno di un governo del tipo che abbiamo sperimentato, i vaffanculo non siano più sufficienti a contenere proteste e malumori. Il paese ha bisogno di un governo, ma meno che mai di un governo dell’inciucio che sarebbe al tempo stesso un disastro e una vergogna. Il Paese ha bisogno di cambiamento, non di tatticismi che sono l’esatta riproduzione del vecchio.

A questo punto abbiamo un Pd che o deve accettare  un governo con Berlusconi oppure si deve affidare – sempre che Napolitano lo permetta – a una sorta di governo “informale” e a maggioranza variabile, sostenuto da figuri come Miccichè che non si vede come possa affrontare anche solo una riforma elettorale decente per poi andare di nuovo alle urne. L’inquilino del Quirinale magari  non vede l’ora di incoronare qualcuno esterno o interno al Parlamento che garantisca  le ampie intese che forse sarebbe meglio chiamare ampie complicità.  Robetta perché il paese ha bisogno di ben altro, intanto di liberarsi di quel pareggio di bilancio in Costituzione che impedisce ogni reale politica espansiva e poi di quei legacci europei che è impossibile mantenere. Come Bruxelles sa benissimo, tanto che ha già chiuso gli occhi sulla Francia e si appresta a farlo per quei 40 miliardi promessi alle aziende debitrici dello stato, compresi però anche i debiti ormai nelle mani delle banche. L’Europa dei sotterfugi e delle sottrazioni di sovranità ha già fatto il suo tempo e forse il milieu politico dovrebbe prenderne atto, se non vuole ridurci più prima che poi come Cipro o la Grecia.

Ma andando al di là dell’orizzonte temporale di queste settimane, almeno bisognerebbe garantire che l’inciucio non si protraesse ben oltre l’emergenza e questo può essere fatto solo attraverso l’elezione di un nuovo presidente della Repubblica che non ne sia il garante e il sostenitore oltre che il tutore di un salvacondotto giudiziario per il Cavaliere. Ci vorrebbe davvero una grande personalità presa al di fuori della casta e della sua eterna propensione compromissoria, altro che i nomi che girano da Letta a D’Alema a Marini. E qui si misurerà la capacità del Pd di uscire dai suoi incubi d’apparato, così come la capacità del M5s di uscire dal meschino calcolo elettorale, e dalla facile “non partecipazione”. Ma comincio a dubitare che anche questo sia davvero possibile in un Paese dove non si dibatte affatto di politica, ma solo di tattiche e di emergenze, semplicemente perché dopo vent’anni i vecchi hanno scordato cosa sia e i nuovi non sanno nemmeno dove cominciare.


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