Magazine Diario personale

Sguardo cieco

Da Straker
Sguardo ciecoE’ un habitus dell’uomo occidentale, un “rito” che germogliò nella perfida Albione alla fine del XVIII secolo per poi attecchire altrove: la lettura del quotidiano. Quanti ai tavolini delle mescite già al mattino presto o in ufficio davanti allo schermo del computer sprofondano nelle pagine, cartacee o elettroniche che siano, per “informarsi”!
La storia è scaduta nella cronaca, il fatto nel bozzetto, la cultura evaporata nelle notizie verosimili, distorte, false. Che cosa troveranno coloro di tanto interessante o utile nelle gazzette? Da ogni foglio, da ogni sillaba trasudano ignoranza, frode, noia, una noia infinita: anche il male ormai ha esaurito i dardi nel suo turcasso. Nulla più sembra salvarsi: tranche de mort sulle carneficine catodiche, astrusità di pseudo-intellettuali, il diluvio delle cronache sportive… e naufragar m’è vomitevole in questo mare.
E’ molto più avvincente osservare una crepa nell’intonaco o la vena di una foglia, persino un graffio su una carrozzeria… Mondi sterminati ed abissali si celano dietro le apparenze più ordinarie. Il nocciolo della realtà è incluso nella scorza spessa e scabra dell’istante.
Dove finisce quello sguardo cieco che cerca qualcosa nelle tenebre di un universo destituito di senso e di una traiettoria purchessia? Abbiamo occhi solo per frugare il nulla, per esplorare l’assurdo.
Che cosa apprenderanno i lettori dalla monocorde lettura dei quotidiani? I rudimenti della lingua italiana forse? Qualche detrito di verità?
In una società dissacrata e dissacrante dove la massa vegeta, si iterano ormai solo vuoti riti, del tutto indistinguibili dalla routine.

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Sguardo cieco

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