Ho scritto più volte di Campiglia. E' uno di quei luoghi che ti strega. Così come la Val di Cornia e un pò tutti i luoghi in cui troviamo, incontriamo e/o ritroviamo amici e un poco anche noi stessi. In verità ne ho parlato anche in maniera polemica come sul continuo risuonare della campana del comune che per le 23, ad esempio rintocca 22 volte, alle 24 ben 24 e così via. Ma poi, appunto si è stregati e innamorati e partono i pensieri e si scattano le foto. Particolarmente piacevole per me oggi è rileggere la poesia "Sguardo su Campiglia" di Idana Pescioli. E' del 1999 e mi dà appunto l'occasione di ri-tornare con la mente e con il cuore in quel luogo e a quell'amicizia, cari.
Idana Pescioli
Sguardo su Campiglia
Piccola città compatta Campiglia
dal Medioevo rimasta fin qui:
di concordia appare costruita.
Addossata ammassata sovrapposta
eppure colloquiale da una finestra all'altra,
da uno slargo e una volta o una scaletta.
Tutta una salita e una bella vista
un'armonia discorde che s'accorda
perfino una cena all'aperto nelle vie.
contenere tavoli e boccali di colori antichi
carretti dipinti e macchine di guerra...
perfino una grata da torture e una tagliateste:
a scongiura a richiamo di libertà
di un teatro di cui fan parte
anche i bambini con gli adulti accanto.
E ancor fiori che scendono dai muri
bruni: da cocci consunti da pietre
di memorie istoriate con gli stemmi
nelle piazze e piazzette congiunte
con mani nascoste. Cosa pensare
Nell'Evo Medio bisogna tornare per
quale libertà ritrovare? Contano
le pitture dei ragazzi sulle scene?
E le fiabe cambiate di donne giocose
che accolgono al desco amici grandi
e piccolini... poverelli e tapini?
All'enigma lasciamo spazio e
tempo... alla conquista di un sorriso:
di Ferragosto almeno nel riposo!
di Idana Pescioli (1999)