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SHADOWHUNTERS- Città degli angeli caduti

Creato il 20 aprile 2012 da Labellaeilcavaliere
Cassandra Clare
SHADOWHUNTERS- Città degli angeli caduti

È davvero un peccato quando libri che ti sono piaciuti tanto finiscono per scadere nelle continuazioni. Penso sia il rischio di tutte le serie, soprattutto se molto lunghe e complicate. In questo caso parliamo del primo libro della seconda trilogia degli Shadowhunters dedicata ai personaggi di Clary e Jace. Premetto di aver letto la prima trilogia e il prequel, e che in entrambi i casi sono rimasta molto soddisfatta. Non per questo libro.
Le premesse c’erano tutte: nuovi cattivi che più cattivi non si può e che spuntano fuori come lumache dopo un temporale, se mi passate la similitudine; personaggi secondari che hanno finalmente il loro momento di gloria… eppure la storia si arena proprio con i due protagonisti, i quali non fanno altro che ripetere i vecchi schemi che ci siamo già dovuti sciroppare nei tre libri precedenti. Scusate, ma è proprio così.
Il libro è ambientato a New York, in una città che è e non è quella che tutti conoscono. Perché proprio sotto gli occhi degli umani si svolge una battaglia all’ultimo sangue tra i Nascosti, l’insieme di tutte le creature demoniache mai inventate – provate a dirne una, ecco nel libro c’è- e i Nephilim, i figli degli angeli che sono sulla terra apposta per proteggerla dai demoni. Jace fa parte dei Nephilim e combatte la sua guerra con stoico coraggio, salvo poi uccidersi di seghe mentali sul fatto di meritare o meno l’amore di Clary. Non fraintendetemi, apprezzo i personaggi un po’ tormentati e dal passato oscuro, come in questo caso. Ma dopo quattro libri dove lui ripete di essere indegno e figlio del male –sì, il padre non era uno stinco di santo, ma ehi! Nessuno è perfetto- cominciano a cascare le braccia anche a me, che di solito ho una notevole resistenza.
Ecco, in questo caso ho apprezzato molto di più le storie secondarie, come quella del migliore amico di Clary. Simon è un neo-vampiro con il marchio di Caino che lo rende invincibile, ma allo stesso tempo lo condanna a un’eternità di solitudine. I momenti tra lui e Magnus, un antichissimo stregone dagli occhi di gatto anche lui immortale, rendono entrambi più profondi e danno quel tocco di tragicità alla situazione che non guasta. Così come ho molto apprezzato i risvolti della storia di Maia, una ragazza trasformata in licantropo dall’ex ragazzo, che in questo libro ricompare per spiegare molte cose del loro passato. Come ho già detto, gli spunti per una buona riuscita c’erano tutti, salvo poi perdersi in un sistema ritrito con i protagonisti, e un finale che di finale ha solo il nome e il fatto che dopo l’ultima riga ci sono solo pagine bianche. Insomma, facciamo una petizione perché i libri tornino ai bei vecchi tempi, quando la parola “fine” arrivava davvero dopo la conclusione, e non due libri prima solo per poter vendere il seguito!

Alaisse

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