Il rendering di un settore dell'Expo di Shanghai
Si apre oggi 1° maggio a Shanghai la più grande Esposizione universale della Storia, in linea con il gigantismo cinese: 242 partecipanti fra Paesi e Organizzazioni internazionali, 5,3 kilometri quadrati di area espositiva, 70 milioni di visitatori previsti e 6 mesi di manifestazioni (l’Expo chiuderà infatti il 31 ottobre). I dati su questa enorme manifestazione, sulla sua organizzazione e sulla logistica sono QUI. Con l’Expo di Shanghai la Cina si mette al centro dei riflettori del mondo per la seconda volta in due anni, dopo le Olimpiadi di Pechino. L’Expo 2010 è dedicata al tema della qualità della vita in ambito urbano, con il titolo Better City, Better Life. La ragione del tema scelto è la crescita della popolazione urbana del pianeta, che in un secolo è passata dal 2% al 50%, e sta per raggiungere il 55%. Chi prevede di recarsi a vedere l’Expo nei prossimi mesi, può trovare QUI la guida ufficiale di Shanghai e QUI la guida all’Expo con la mappa interattiva della città.
Shanghai, Piazza del Popolo
Che venga raggiunto o no l’ambizioso obiettivo dei 70 milioni di visitatori, l’Expo di Shanghai contribuirà comunque – fra molte altre cose – a far salire la Cina nella classifica del turismo mondiale: oggi la Repubblica Popolare Cinese è il quarto Paese al mondo per arrivi internazionali, ma secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo fra soli 10 anni – cioè nel 2020 – la Cina diverrà il Paese più visitato del pianeta. Un business da 210 milioni di turisti e 300 miliardi di dollari di entrate valutarie, di cui 69 miliardi per viaggi d’affari (fonte: TTG Notizie, 19/2/2010).
Secondo il China National Tourist Office, nel 2009 sono stati quasi 22 milioni gli arrivi stranieri in Cina, provenienti anzitutto da Giappone e Corea (con 3 milioni di arrivi ciascuno) e poi da Russia e Stati Uniti (entrambi con oltre 1,7 milioni di arrivi). L’industria turistica cinese (sia incoming sia outcoming) presenta dunque enormi margini di sviluppo, frenati però da una persistente, parziale chiusura del Paese verso l’esterno: i cinesi, insomma, hanno ancora qualche difficoltà ad andare all’estero (per ragioni economiche, politiche e anche tecniche, relative cioè ai vincoli cui sono sottoposte le 10mila agenzie di viaggio cinesi nell’emissione dei biglietti aerei). Resta comunque il fatto che fra 10 anni i cieli più trafficati del mondo saranno quelli cinesi, secondo il costruttore europeo Airbus, che prevede per il prossimo ventennio una crescita annua del 7,9% in questo settore.
Come si pone l’Italia in tutto questo? Con 200mila arrivi in Cina nel 2009 l’Italia si è collocata al quarto posto fra i Paesi europei, dopo Gran Bretagna, Germania e Francia. Ancora poco, rispetto alle potenzialità dell’interscambio turistico fra Italia e Cina, comunque in crescita in entrambe le direzioni: non a caso sono nati strumenti on line come questo portale per il turismo cinese in Italia.
All’Expo di Shanghai l’Italia si presenta con un ricco programma di eventi: QUI c’è il sito ufficiale del Governo italiano dedicato al Padiglione Italia (chiamato Città dell’Uomo), dove apparirà il programma aggiornato degli eventi; mentre QUI c’è la pagina dedicata al Padiglione Italia nel sito ufficiale dell’Expo cinese.
Il rendering del Padiglione Italia all'Expo di Shanghai
Non resta che esprimere una speranza e un augurio.
La speranza è che la Repubblica Popolare Cinese capisca, prima o poi, che la crescita del suo interscambio con il mondo (anche in campo turistico) non potrà non dipendere anche da una maggiore democrazia interna, perché i sistemi democratici sono più efficienti dei sistemi autoritari, come la Storia insegna. Quando la consepevolezza dell’importanza del rispetto dei diritti umani prevarrà (un tema di cui MilleOrienti si è occupato spesso: basta vedere i post nelle categorie “Cina” e “Tibet”) sarà un grande giorno per la Cina e per la libertà dei popoli.
L’augurio è che i responsabili dell’Expo 2015 di Milano, visitando l’Expo 2010 di Shanghai, si rendano conto di quanto si potrebbe fare (mutatis mutandis) nella capitale lombarda, quanto poco è stato fatto finora, e quanto poco tempo resti per fare.