Sherlock 3×01 – The Empty Hearse

Vi siete mai chiesti come sarebbe stato se un giorno, all’improvviso, la vostra serie tv preferita avesse cominciato a seguire i topoi più interessanti ed esilaranti delle migliori fanfiction? Benissimo: QUESTO E’ IL VOSTRO MOMENTO GENTE!, perché Mr. Mark Gatiss è qui per esaudire i vostri più oscuri e profondi desideri da fanwriter e lo fa nel modo più mirabolante possibile!

Non era affatto semplice orchestrare il ritorno in pompa magna del Consulting Detective, carico delle aspettative generate in ben due anni di assenza dagli schermi (maledetto hiatus!). Eppure Gatiss riesce perfettamente a riportarci in carreggiata, sia mediante uno sviluppo magistrale nella caratterizzazione dei protagonisti, sia giocando (a tutti gli effetti) con il peso che anni di teorie e supposizioni gli avevano imposto sulle spalle.

Aver a che fare con un pubblico così attento ed interessato, che ha l’abitudine di analizzare ogni singolo frammento degli episodi, è un’arma a doppio taglio che Gatiss dimostra di saper gestire in maniera estremamente intelligente, attraverso un sistema di layers inscindibili e mirati alla comunicazione diretta con il fandom.

Molto è stato detto relativamente al discorso “fanservice”, e non vi nego di essermi soffermata a riflettere sulla polemica per un bel po’, durante la stesura di questo post. La verità è che più scrivo, più mi allontano dal punto di vista critico: io durante la visione (o meglio: le visioni, attualmente tre) dell’episodio mi sono divertita moltissimo e a posteriori non riesco assolutamente a non elogiare la genialità di alcune trovate.

La consapevolezza dimostrata dalla writing room nei confronti dell’ambiente esterno è un elemento fondamentale se si tiene conto del carattere di ricercatissima contemporaneità che ha contraddistinto la serie sin dagli esordi. Non tenerla in considerazione equivarrebbe ad ignorare l’enorme lavoro fatto dagli autori nel calare storie e personaggi all’interno della nostra epoca, contestualizzando l’impalcatura vittoriana di ACD in un sistema fatto di tecnologia, social network e possibilità. Ricordate: con un computer in mano, tutti possiamo sentirci un po’ Sherlock Holmes, ricercare dettagli ed analizzarli minuziosamente grazie agli infiniti collegamenti della rete. L’enorme bravura degli autori è stata proprio quella di esaltare le capacità dell’Holmes originario adattandolo ed elevandolo rispetto al contesto storico. A mio parere, sono esattamente questi i tratti che dall’inizio avevano reso questo Sherlock una delle migliori trasposizioni di sempre, ed è questo il motivo per cui l’ennesimo abbattimento del 4th wall avvenuto nell’episodio è una dimensione non solo adeguata, ma addirittura geniale!

Naturalmente, non tutti saranno d’accordo con questa mia opinione, così come molti non hanno gradito le diverse risoluzioni degli enigmi proposti in The Empty Hearse. Ma d’altronde, lo sanno bene anche i nostri troll preferiti Moffat e Gatiss che, ancora una volta anticipando le reazioni del pubblico, chiudono così la polemica…

Insomma l’episodio forse non sarà esattamente perfetto (che di Viverne se ne trovano ogni giorno, oramai…) e dite quel che volete, ma se due anni d’attesa spasmodica mi danno tanto, allora ne è valsa decisamente la pena!

- la vostra fedelissima Sherlocked Sherlockian, Nadia -

ON A SIDE NOTE – ALTRE COSE CHE VOLEVO DIRE MA MI STAVO SCORDANDO:

Mary… sweet, beautiful Mary… l’ho adorata! Ma chissà che non ci riservi qualche cattiva sorpresa (?!? – speriamo di no!)

Piccola delusione su Lord Moran: nemmeno una battuta e pure il nome scivola via in un nanosecondo… lo ripescheranno più avanti o secondo voi la sua avventura a Miss Italia finisce qui???
Oh, e i genitori di Benedict che interpretano gli Holmes, ne vogliamo parlare? Cuties!!
L’episodio è ricchissssimo di citazioni e riferimenti al canone. Gatiss è sempre molto preciso e attentissimo a questo genere di dettagli (e io lo amo per questo!)
Not to mention: altri riferimenti e citazioni?

sapete tutti quanto io ami Benedict Sherlock, eppure in quest’episodio Martin ha fatto un lavoro interpretativo davvero straordinario…non ho avuto occhi che per John!