Chiunque percorra oggi la zona dell’attuale centro di Londra delimitata a nord dal verde e dalle moschee di Regent’s Park, e a sud dal viavai multietnico di Oxford Street, si ritrova all’improvviso – in corrispondenza di quello che era lo storico quartiere di Marylebone – proiettato all’interno di un bizzarro viaggio nel tempo.
Ci si ritrova d’un colpo circondati dalle austere architetture dei tanti palazzi d’epoca in stile georgiano che orlano le ampie strade: uno strano sogno dove le facciate di mattoni a vista scuriti dal tempo, le porte imbiancate sormontate da lunette, e le cancellate in ferro battuto con i loro raschiafango per gli stivali al fianco degli ingressi spostano all’indietro le lancette dell’orologio tra la fine del XVIII e la metà del XIX secolo.
Qui, in questo contesto urbano da romanzo d’appendice, incontriamo il bizzarro Museo di Sherlock Holmes, allocato in una suggestiva vecchia palazzina al numero 221 B di Baker Street, esattamente come la mitica residenza del grande investigatore partorito dalla fantasia di Sir Arthur Conan Doyle.
Si tratta in realtà della ex sede di un piccolo albergo attivo fino agli anni Trenta del secolo scorso, ma oggi invece… è proprio la vera casa di Sherlock Holmes e del dottor Watson! Non può essere che così, perché c’è davvero tutto: dalla targa in ottone alla porta, alla scala di diciassette gradini, alle pipe, al camino, al violino… insomma un’intera abitazione letteralmente ingombra degli innumerevoli oggetti di ogni tipo descritti o nominati da Conan Doyle nei suoi sessanta scritti (56 racconti brevi e 4 romanzi) da egli dedicati al più famoso detective di tutti i tempi.
C’è anche il tono retrò delle figuranti in costume da cameriera con grembiule di pizzo e cuffietta, mentre falsi bobbies di Scotland Yard in divisa storica ne presidiano l’ingresso. E come se tutto questo non bastasse, si aggiunge la rappresentazione, a mezzo di elaborati e realistici manichini di legno e lattice costruiti a grandezza naturale, delle scene più emozionanti e famose delle varie indagini, così che gli appassionati accorsi da ogni parte del mondo possano far a gara a riconoscerle e indicarsele a vicenda.
Ah, ma non è ancora mica finita qui: la principale ed esilarante caratteristica che rende questa casa-museo un’esposizione davvero sui generis è che… si può toccare e maneggiare tutto in libertà!
Per esempio, aggirandosi a proprio gusto da una stanza all’altra, ci si puà fare una foto con pipa e cappello paraorecchie – o, se preferite, in bombetta o tuba – sedersi davanti al fuoco, sfogliare qualche libro, curiosare nei cassetti, andare al bagno – che non funziona, però! – insomma calarsi letteralmente per un giorno nel magico mondo letterario di Conan Doyle.
Del resto, chi di noi non ha almeno una volta in cuor suo desiderato di poter vestire i saccenti, enigmatici panni dell’infallibile Sherlock Holmes? E che dire poi dei due recenti, adrenalinici, sorprendenti e divertentissimi film di Guy Ritchie: li abbiamo ammirati ed un po’ invidiati tutti… no?
Anche noi possiamo essere annoverati a pieno titolo tra quelli a quali piace sognare ad occhi aperti, e per “noi” intendo io e mio figlio quindicenne. Non saremo esperti sherlockiani in piena regola, ma al fascino del suo acume e della sua sagacia non risultiamo certo immuni, visto che ci siamo subito precipitati a ficcare il naso e, con la collaborazione del ragazzo che si è alternato con me in qualità di operatore video, ne è venuto fuori un video che, nei nostri intenti, ha il sapore misterioso di un ennesimo caso da risolvere.
Per raccogliere qualche ulteriore indizio ci si vede alla fermata del London Tube “Baker Street” (è facile, c’è disegnata dappertutto una sagoma fin troppo nota). Ma… ricordate! La verità spesso non è quella che ci appare a prima vista, così come l’assassino magari non è il maggiordomo come tutto lascerebbe pensare… la soluzione, per quanto improbabile, non può che essere l’unica ipotesi che ci resta dopo di averne analizzata e scartata ogni altra rivelatasi a vario titolo impossibile… giusto, mio caro Watson? Bene, direi che anche questo caso è chiuso: ed ora posso finalmente tornarmene a fumare in pace la mia pipa…
Il trailer del docu-film Sherlock Holmes e lo strano caso del museo a lui dedicato
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