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“Sherlock, Lupin & io. Il trio della dama nera” di Alessandro Gatti (alias Irene Adler), Il battello a Vapore, Piemme

Creato il 06 febbraio 2013 da Federicapizzi @LibriMarmellata

sherlockDi certo tutti gli appassionati di Sherlock Holmes sanno che Irene Adler è forse l’unico personaggio, nei romanzi, ad aver battuto in arguzia il celeberrimo investigatore inglese.
Non a caso, è una donna. E indubbiamente una donna speciale; non fa fatica pensare che, fantasia per fantasia, debba aver avuto doti eccezionali anche da ragazzina.

E’ la deduzione che deve aver probabilmente fatto anche Alessandro Gatti, autore in incognito della serie di romanzi gialli per ragazzi “Sherlock, Lupin & io”, editi da Piemme nella collana Il battello a vapore.

Non siamo nuovi ai libri per bambini dove protagonista e scrittore immaginario si fondono per invenzione narrativa (basti pensare al più che famoso Geronimo Stilton), ma devo ammettere che in questa serie di avventure la finzione è particolarmente riuscita, tanto che, da articoli, interviste e commenti letti in rete, deduco con un sorriso che i lettori stessi, spesso e volentieri, credono serenamente all’identità dichiarata dell’autrice.
Sì perché in copertina e nelle note biografiche si asserisce che il libro è scritto da Irene Adler in persona, la quale racconta, a beneficio degli appassionati dei misteri e dei casi polizieschi, le sue avventure da adolescente in compagnia, niente poco di meno, di Sherlock Holmes e di Arsenio Lupin, ben prima che l’uno divenisse il più brillante detective e il secondo il più leggendario ladro del mondo della letteratura.

I romanzi della serie finora usciti in libreria sono tre. Io ho avuto il piacere di leggere il primo – “Il trio della dama nera” -, dove si apprende come i tre insoliti ragazzi si siano conosciuti, come abbiano dato vita alla loro amicizia e come il destino abbia scelto per loro, già dalla giovane età, la strada del giallo, da qualsivoglia parte lo si guardi

Le caratteristiche dei personaggi celebri che diverranno ci sono già. Holmes è posato, di poche parole e dai composti modi britannici, Lupin è agile, rapido e affascinante, Irene è una ragazzina ribelle e forte, autonoma e decisa.

Le atmosfere di fine ottocento, epoca in cui si svolge la storia, sono ben rese. La placida vita della cittadina di mare francese dove si svolgono i fatti, le relazioni familiari, le convenzioni e gli obblighi, le gerarchie sociali, come anche gli scenari, le viuzze strette, i tetti spioventi, le abitazioni borghesi, prestigiose anche quando si tratta di semplici appartamenti per le vacanze.

Irene è in villeggiatura per i mesi estivi, insieme alla madre e al domestico di fiducia, il possente maggiordomo di colore Orazio Nelson, più un affettuoso e gentile angelo custode che un formale cameriere.
Durante una delle sue fughe alla ricerca di un po’ di libertà – che alle fanciulle di buona famiglia, in quell’epoca, era poco concessa – incontra il taciturno e, inizialmente, un po’ scontroso, William Sherlock Holmes e, poco dopo, fa la conoscenza del di lui amico, Arsène Lupin.
I tre si trovano rapidamente sulla stessa lunghezza d’onda.
Forse i maschietti si dimostrano in principio un po’ troppo protettivi con l’amica, manifestando una dose di pregiudizio e di cavalleria che probabilmente allora era d’obbligo. Ma la ragazza non fa fatica a metterli in riga, esigendo, e ottenendo, lo stesso trattamento che avrebbero riservato ad un compagno del loro stesso sesso.
Niente di più facile infondo, perché Irene si dimostra subito seconda a nessuno. Soprattutto quando il caso fa sì che i tre amici si imbattano per primi nel corpo senza vita di un misterioso straniero, ben prima che il ritrovamento diventi ufficiale e il caso di dominio della polizia di zona.

Come resistere al fascino del mistero? I ragazzi decideranno subito di avviare le loro personalissime indagini che li porteranno in circostanze ed ambienti via via più loschi e pericolosi, mettendo a rischio la loro stessa incolumità.
E tra travestimenti da manuale, pedinamenti, rischiose corse sui tetti, risse, interrogatori qua e là per la città, sconcertanti scoperte, riusciranno – elementare no? – a chiudere il caso, con un lavoro di squadra ben orchestrato e perfettamente equilibrato.
E ammetterò che la soluzione del giallo non sarà così banale come il lettore un po’ ingenuo potrebbe dapprima credere. In fondo si tratta sempre di Sherlock Holmes, la classe non è acqua.

La prosa del romanzo, resa in prima persona dalla voce della giovanissima Adler, è piacevole e fresca, vivace e grintosa al punto giusto, in linea con il personaggio che lascia trapelare, qua e là, anche qualche delicata nota emotiva e cenni, che immagino verranno ripresi nei volumi successivi, alla propria storia personale.

(età consigliata: dai 10 anni)

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