Mi sento quasi in dovere di definire questo romanzo un vero e proprio capolavoro, e non so in quanti sarebbero in grado di sostenere con argomentazioni valide il contrario.
Su King ho sentito girare un sacco di voci (non so se veritiere o meno); tra le tante, che i suoi ultimi lavori sarebbero orrendi e palesemente scritti da qualcun altro: non avendoli letti posso anche prendere per buoni questi giudizi, fatto sta che le sue opere più datate restano assolutamente immortali.
L’Overlook Hotel è l’albergo infestato per eccellenza, nonostante negli anni cloni e tributi allo stesso abbiano invaso tanto i cinema quanto la carta stampata, e Jack Torrance continua ad essere un’icona dura a morire; spiace solo scoprire i più lo conoscano per la (magistrale) interpretazione di Jack Nicholson nell’omonimo film di Kubrick, piuttosto che non per il romanzo originale.
In Shining assistiamo ad un’irrefrenabile escalation di pazzia, che vedrà coinvolto non solo Jack ma anche la sua famiglia. I Torrance si ritrovano, loro malgrado, segregati all’interno dell’Overlook per un lungo e spaventosamente rigido inverno, quando Jack, scrittore, si offre di ricoprire il ruolo di custode. Strade bloccate e impraticabili rendono ai tre – l’albergo spalanca le sue oscure braccia anche al piccolo Danny e a Wendy, sua madre – impossibile qualunque contatto con l’esterno e presto misteriosi e terrificanti eventi scuoteranno la vita e le convinzioni dei Torrance, facendoli sprofondare in un incubo senza precedenti.
Il romanzo, rispetto al film, approfondisce decisamente meglio il rapporto che lega Danny a Tony, suo amico immaginario. Sarà il bambino infatti, grazie ad uno speciale dono denominato “luccicanza”, a capire per primo che qualcosa “stona” tra le mura dell’albergo, e che spettri inquieti ancora si aggirano tra i corridoi in cerca di nuove vittime.
Così, mentre la follia scava sempre più a fondo nel cervello di Jack, Danny si erge come controparte “forte”, nonostante la tenera età, della storia e si batte fino all’ultimo per salvare ciò che rimane della sua famiglia.
La prima volta che ho visto il film di Kubrick era notte fonda, e alla memorabile scena dell’ondata di sangue che investe i corridoi dell’hotel ho spento il lettore DVD perché letteralmente terrorizzata. Che altro può chiedere un amante dell’horror se non di trovare qualcosa in grado di fargli torcere seriamente le budella?
Il romanzo l’ho concluso in un solo giorno. Il mio primo pensiero è stato: “Wow”, il secondo: “Questo è il libro che avrei voluto scrivere io”.
A tutt’oggi la penso ancora nello stesso identico modo.
Ursula Arcuri (Regan)
Stephen King, Shining, Tascabili Bompiani, 429 pagg, euro 9,20