Oggi ho letto quest'intervista a David Mamet sul sito del Financial Time e a parte il fatto di sapere che l'intervistatore si è mangiato una baguette insieme con l'autore di Americani al Greenwich Village di New York, sono stato colpito dalle posizioni politiche del commediografo e regista che un tempo ho apprezzato parecchio, tipo quando girava twist mozzafiato come La casa dei giochi o anche roba ironica come Hollywood Vermont. Ebbene il signor Mamet, che bontà sua può pensare e dire quel che gli pare, non solo pensa da vero repubblicana che Obama abbia disperso un trillione di dollari chissà dove (tipica arma destoride per screditarne la politica economica) o che abbia smantellato l'assicurazione sanitaria (altra arma super repubblicana, che qui in Europa nemmeno i babbuini oserebbe tirare fuori per attaccare un avversario), ma addirittura, sempre secondo Mamet, il nostro ha indebolito l'America nel mondo (capite, no, è solo e sempre un gioco a chi ce l'ha più grosso) e naturalmente svenduto Israele. Certo, poi, se uno viene a sapere che Mamet va pazzo per Sarah Palin, che praticamente per lui tutto ciò che la fascistoide cacciatrice dell'Alaska tocca lo trasforma in oro, allora capisce che un po' fuori di testa è andato. Ma a me è venuto anche in mente che forse noi europei di sinistra degli intellettuali americani abbiamo una visione parziale, quando non distorta, che ci li immaginiamo tutti uguali, liberal e col cappellino alla Spielberg, seri e col tweed alla Franzen, e invece loro sono volgarotti e pragmatici come clienti del Walmart, ebrei e dunque pro-Israele, ricchi e dunque contro la sanità pubblica. Come i veri americani che noi non capiamo e non amiamo. Per cui oggi ho avuto la mia piccola lezione di provincialismo al contrario e mi sono tenuto il mio piccolo shock culturale. Anche se magari dovrebbe essere prima di tutto Mamet a stupirsi per le cose che dice e, vista la sua recente filmografia, anche per le cose che dirige.
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Oggi ho letto quest'intervista a David Mamet sul sito del Financial Time e a parte il fatto di sapere che l'intervistatore si è mangiato una baguette insieme con l'autore di Americani al Greenwich Village di New York, sono stato colpito dalle posizioni politiche del commediografo e regista che un tempo ho apprezzato parecchio, tipo quando girava twist mozzafiato come La casa dei giochi o anche roba ironica come Hollywood Vermont. Ebbene il signor Mamet, che bontà sua può pensare e dire quel che gli pare, non solo pensa da vero repubblicana che Obama abbia disperso un trillione di dollari chissà dove (tipica arma destoride per screditarne la politica economica) o che abbia smantellato l'assicurazione sanitaria (altra arma super repubblicana, che qui in Europa nemmeno i babbuini oserebbe tirare fuori per attaccare un avversario), ma addirittura, sempre secondo Mamet, il nostro ha indebolito l'America nel mondo (capite, no, è solo e sempre un gioco a chi ce l'ha più grosso) e naturalmente svenduto Israele. Certo, poi, se uno viene a sapere che Mamet va pazzo per Sarah Palin, che praticamente per lui tutto ciò che la fascistoide cacciatrice dell'Alaska tocca lo trasforma in oro, allora capisce che un po' fuori di testa è andato. Ma a me è venuto anche in mente che forse noi europei di sinistra degli intellettuali americani abbiamo una visione parziale, quando non distorta, che ci li immaginiamo tutti uguali, liberal e col cappellino alla Spielberg, seri e col tweed alla Franzen, e invece loro sono volgarotti e pragmatici come clienti del Walmart, ebrei e dunque pro-Israele, ricchi e dunque contro la sanità pubblica. Come i veri americani che noi non capiamo e non amiamo. Per cui oggi ho avuto la mia piccola lezione di provincialismo al contrario e mi sono tenuto il mio piccolo shock culturale. Anche se magari dovrebbe essere prima di tutto Mamet a stupirsi per le cose che dice e, vista la sua recente filmografia, anche per le cose che dirige.
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