Se le future mamme ne hanno bisogno, è possibile assumere antibiotici in gravidanza, seguendo i consigli del proprio medico: lo affermano alcune ricerche revisionate dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
Di: RedazioneLe ricerche revisionate dall’Agenzia Italiana del Farmaco lo confermano: non è vietato assumere antibiotici in gravidanza, ma solo se sono utilizzati in modo mirato per le patologie batteriche e su prescrizione medica e ovviamente attenendosi alle dosi indicate.
Mediante una revisione della letteratura medica, l’Agenzia ha fatto aggiornare le schede tecniche di molti antibiotici impiegati in gravidanza (come l’acido clavulanico, l’amoxicillina, l’ampicillina e l’eritromicina) indicando le possibili controindicazioni che questi medicinali possono avere sulla futura mamma e sul bambino.
Alcuni nuovi studi hanno dato un’ulteriore conferma sulla sicurezza di questi farmaci, di cui non viene vietato l’uso né nei nove mesi di gravidanza né durante la fase di allattamento, qualora la donna abbia febbre, calcoli biliari, malattie croniche intestinali, terapie odontoiatriche, rottura prematura delle membrane amniocorali (PROM) e vaginite.
L’amoxicillina e l’ampicillina sono stati registrati come gli antibiotici di prima scelta in gravidanza, mentre la clindamicina (utilizzata per il trattare la coriamniosite) deve essere scelta invece solo in seconda battuta (nel caso in cui penicilline, cefalosporine e macrolidi non diano i risultati sperati).
Per avere maggiori informazioni, è possibile consultare il sito http://www.farmaciegravidanza.gov.it/, dove vi sono schede aggiornate per ogni principio attivo che riportano la descrizione delle conseguenze possibili nei tre trimestri della gravidanza e nella fase di allattamento.
Fonte: “Ok Salute”