Oggi arriva il sì definitivo del Senato ai matrimoni e alle adozioni omosessuali in Francia. Il testo è stato approvato con piccole modifiche, nessuna delle quali tocca in maniera sostanziale gli articoli principali che garantiranno il matrimonio e la possibilità di adottare per le coppie gay e lesbiche francesi. Per queste piccole modifiche il testo dovrà essere nuovamente esaminato a Maggio dall’Assemblea Nazionale, ma probabilmente le prime nozze potranno essere celebrate già dalla prossima estate.
Il sì del Senato francese alle nozze e alle adozioni per le coppie omosessuali viene accolto come una delle più grandi riforme sociali dai tempi dell’abolizione della pena di morte nel 1981. La riforma, fortemente voluta dal presidente Hollande, aveva incontrato forti opposizioni da parte degli ambienti cattolici, conservatori e religiosi in generale, alcuni dei quali erano a manifestare anche oggi davanti al Senato.
Ma le proteste non sono servite a bloccare questa che può essere definita una conquista di civiltà e progresso. Così la Francia diventerà in 12esimo paese a permettere alle persone dello stesso sesso di sposarsi, insieme a Belgio, Portogallo, Olanda, Spagna, Svezia, Norvegia, Uruguay e Sud Africa.
La posizione dell’Italia, alla luce di quanto è accaduto in Francia, appare ancor più chiaramente tragica nel suo anacronismo oscurantista. Il Presidente della Corte Costituzionale italiana Franco Gallo commenta con queste parole la necessità che anche l’Italia prenda posizione su questi temi e affronti “il nodo delle unioni gay”:
”La Corte ha escluso l’illegittimità costituzionale delle norme che limitano l’applicazione dell’istituto matrimoniale alle unioni tra uomo e donna, ma nel contempo ha affermato che due persone dello stesso sesso hanno comunque il diritto fondamentale di ottenere riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri, della loro stabile unione. La Consulta ha perciò affidato al Parlamento la regolamentazione della materia nei modi e nei limiti più opportuni”.
Consapevoli del fatto che le richieste e le aspirazioni delle persone glbtqi non siano esclusivamente riconducibili al matrimonio o alle adozioni, ci auguriamo però che anche in Italia le nozze e il crescere bambin* possano il prima possibile diventare una scelta che tutti e tutte possano compiere.