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Si dice “piacere”? Come presentarsi nel modo migliore

Da Kairoswedding

Uno tra gli sbagli più diffusi che si possa effettuare durante una presentazione è quella di formulare il classico “piacere” o “lieto di conoscerla”. Formalità bandita dal galateo, avendo entrambe un significato eccessivo per una persona appena conosciuta. Quando ci presentiamo per la prima volta sono sufficienti pochi secondi per trasmettere una particolare impressione, che potrebbe anche condizionare il giudizio su di noi. Il linguaggio non verbale gioca un ruolo molto importante nella vita di relazione di ogni popolo. Rituali comportamentali si differenziano da paese a paese.

presentazioni 1
Come presentarsi in modo corretto?
Il galateo  suggerisce che :
- sia presentata la persona meno nota alla più nota
- l’uomo alla donna, unico caso in cui si presenta la donna ad un uomo è quando questi è un religioso o un personaggio importante
-
il giovane all’anziano, valido anche fra due donne
-
le ragazze fino alla maggiore età vengono presentate, poi sono gli uomini ad  essere loro presentati
-
i figli presentati dai genitori
-
ai genitori, i figli dovranno presentare le loro conoscenze
- la persona con la quale si ha familiarità a quella che si conosce meno, ad esempio un parente ad un estraneo  
- il “single” alla coppia

L’uomo si alza sempre in piedi e se indossa cappello e guanti li leverà. La signora resta a sedere, eccezione fatta se la persona che le viene presentata sia più anziana o particolarmente prestigiosa. Potrà mantenere il capo coperto e il guanto se presentata ad un uomo, li toglierà se presentata a donne.
Non sarà la persona introdotta a porgere per prima la mano, ma viceversa. Se questo gesto non fosse compiuto, ci si limiterà ad un accenno di capo.
Nelle autopresentazioni si pronunceranno solo nome e cognome omettendo eventuali titoli ed onorificenze.

presentazioni 2
L’espressione del viso che accompagna la stretta di mano fa la differenza. Avere sulle labbra un bel sorriso cordiale ed aperto è sempre da non dimenticare. Parola d’ordine: smile!

Ma non è tutto qui … che dire della stretta di mano?

Anna Ubaldeschi


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