Continuo le mie considerazioni, o per meglio dire le mie e-lu-cubra-zioni mentali; per mesi non mi sono espressa, ma ho comunque riflettuto, della serie: ho un cervello anche io.
Un fenomeno che credo stia preoccupando molti, e non solo gli adetti ai lavori, sono questi benedetti ebooks. Fino forse a due anni fa, ci si sperava che internet diventasse un nuovo mercato da conquistare, che gli autori e i lettori potessero trovare nel web tutto cio' che desiderassero: la gloria i primi, buone letture i secondi.( Caspita, non trovo nemmeno le parole per esprimermi senza offendere nessuno.) Dunque, la situazione e' alquanto preoccupante, gli autori non hanno trovato la gloria, ma solo un calo spaventoso delle vendite reali, infatti bastano poche ore dall'uscita digitale di un libro che gia' si trova piratato. I lettori, benche' continuino a scaricare miriadi di libri con sempre in mente il buon proposito, tanto poi lo leggero', leggono poco o nulla. A conti fatti, questo mercato digitale ha favorito pochi.
E ora passiamo al self-publishing, anche perche' ho letto nel web che molti lettori sono rimasti delusi dalla "autopubblicazione selvaggia".
Per arrivare al punto della questione vorrei partire dal largo. Gavetta non se ne fa piu', e non parlo solo degli scrittori, ma proprio in generale. Pensate ad esempio ai calzolai, quelli che facevano a mano le scarpe o le riparavano. Qualche tempo fa, i genitori di un ragazzo, dovevano ingraziarsi il ciabattino affinche' prendesse il proprio figlio a lavorare, per impararsi un mestiere. Il ragazzo crescendo avrebbe appreso tutti i segreti dall'artigiano e forse con un po' di fortuna avrebbe aperto anche una sua bottega. Oggi invece? Avete visto le scarpe di Miu, Miu? Sapete quanto sono dannatamente scomode? Evidentemente il ragazzo non ha fatto una buona gavetta, altrimenti non avrebbe attentato alla vita di tante donne.
Ritorniamo al self-publishing. Quante case editrici danno la possibilita' agli scrittori emergenti di pubblicare? Uno su mille ce la fa, ebbe a dire una volta qualcuno. E se considerassimo il self-publishing come una sorta di gavetta per i tanti che vogliono cimentarsi con la scrittura? Le regole per la buona riuscita di questa gavetta a mio parere sono tre:
1-comprare un ebook di un esordiente senza tante aspettative;
2- l'umilta' degli emergenti ad accettare le critiche, che possono far crescere professionalmente.
3- un editing professionale!
L'onesta anche di noi blogger e' fondamentale. SE il libro non vale, e' inutile gridare al lupo, al lupo, care colleghe lettrici: se sono rose, un giorno fioriranno! E se sono cachi? Perdonatemi, non ho resistito :)
Juneross