Mentre le famiglie italiane pensano a come difendersi sul fronte settentrionale dall’Imu, su quello meridionale dalle addizionali Irpef, su quello occidentale dall’Iva (che sferrerà il suo attacco- pare- fra qualche mese) e si rassegnano all’idea di rinunciare, la domenica pomeriggio, alla gita fuori porta per ripiegare sui capelli color mogano di Giletti, mentre i nonni e le vecchie zie, memori di epopee belliche, covano il progetto di ficcare quattro galline da uovo sul cortile condominiale per la sopravvivenza dei nipoti, si resta attoniti di fronte alla mediocrità della politica e di molti amministratori dalla mano così adunca, che per un piatto di pregiatissime tagliatelle non hanno problemi a sfidare la galera. Noi, anime candide, se dobbiamo due euro al fruttivendolo siamo capaci di non dormirci la notte. Eppure Scajola russava come un ghiro nella sua stanza con vista sul Colosseo, Emiliano ha riempito la vasca di branzini, scorfani e cozze pelose e quasi è stato tentato dal farci il bagno col tridente in mano, già perché una certa somiglianza con Poseidone ce l’ha. E adesso pare che la questione si estenda a Bossi e a un altro pesce, ancorché d’acqua dolce, il trota. Alcuni anni fa con un referendum gli italiani avevano bocciato il finanziamento pubblico ai partiti aprendo la prospettiva di un sistema all’americana dove i fondi vengono reperiti attraverso sottoscrizioni private. Poi la politica ha introdotto i famosi rimborsi elettorali sui quali qualcuno ha pensato bene di lucrare. Morale: i partiti sembrano aver perso credibilità e, al di là dell’ufficialità delle appartenenze, si fa strada un partito trasversale dove lo sconforto è sempre sul punto di sfociare nell’ira sociale. Significativa è stata l’ invettiva di un operaio che nella trasmissione di Santoro, ha mandato tutti a quel paese scompigliando i boccoli del conduttore e i baffi ineffabili di Ruotolo. Ci sono dunque oggi due fazioni: gli optimates (che comprende gli agiati delle varie caste, inclusi sindacalisti, giornalisti e politici sedicenti proletari) e i populares (dove militano gli italiani sfiniti dai continui balzelli). Potremmo parlare, in definitiva, di due sovrapartiti, quello dei montagnards e quello degli antimontagnards (per la verità c’è anche quello degli ultramontagnards di Casini, il quale forse un giorno spiegherà dov’è tutto questo amore di Monti per la famiglia italiana). I malumori dei populares sono visibili anche in rete, uno strumento di apparente libertà che non a caso è stato utilizzato dall’antipolitica. Ma ora mi fermo: siamo sicuri che questa strana piazza possa sostituirsi all’areòpago della democrazia parlamentare fondata sui partiti? A me sembra che una certa agorà telematica stia degenerando nella democrazia fognaria. Qualche giorno fa, dopo essermi inserito in una discussione in rete, sono rimasto impigliato in uno scambio di insulti dove i campi semantici utilizzati erano due: quello delle parentele (mamme, zie etc) e quello delle malattie (cancro, infarto, blocco renale) : sono stato anche fortunato perché una anima pia mi ha detto gentilmente che, per quello che scrivevo, non ero degno di considerazione. E allora? Non ci resta che scommettere di nuovo nei partiti, sperando in una nuova generazione di amministratori onesti, auspicando regole certe, e affidarci a giornalisti seri per evitare di essere sommersi da volgari forum e blogger logorroici. Intanto confidiamo nel Padre Eterno.
Enzo Nardi