Magazine Racconti

Si fanno spazio a teatro

Da Flavialtomonte

In questi giorni ho scritto poco ma in compenso, ho imparato molto.
Da quando ho messo in atto il metodo degli “obiettivi da scrivere” si sono alterate un paio di cose.
Tutto il mondo ha cominciato a mobilitarsi. Quella sera anche la tv parlava dei miei obiettivi. Come se il mio pensiero avesse smosso le circostanze. Un paradosso! Perché, al contrario, sono le circostanze a smuovere i nostri pensieri.
Le circostanze si impossessano dei respiri, delle ragioni e delle motivazioni che ci appartengono. Deragliano qualsiasi rotta e sono capaci di stravolgere l’intera esistenza.
E ancora una volta, eccoli prepotenti i miei obiettivi, si fanno spazio dovunque, fino ad arrivare a teatro.
Al termine della lezione, il mio secondo obiettivo risuonava sul parquet del palcoscenico, tra i tendaggi delle quinte, sul proscenio e le poltrone rosse. Lo sentivo forte, come se volesse liberarsi dal mio pensiero incosciente. Come se la vita sballottandomi, voleva svegliarmi da tutti i sogni, e lanciarmi una volta per tutte verso quella direzione che displomaticamente ostentavo.
L’ha fatto. Mi ha dato un colpo di punta dietro, e ha fatto volare i miei sentimenti per tutto il teatro, come un palloncino che bucato corre veloce, roteante e rumoroso, verso ogni direzione, atterrando al suolo, tramortito.
Come se qualcuno stesse spiando i miei obiettivi, e me li stesse spiegando, voracemente, come una dura prova, ogni giorno.

 


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