Magazine Diario personale

Si maman se casse, on peut pas la reparer

Creato il 20 marzo 2014 da Valeskywalker @valeskywalker
Si maman se casse, on peut pas la reparerMamma vieni qui! mammaaaaa mammaaaaa! 
Cosa c'e'?
Mamma aiutooooooooooooooooooo! Vieni qui!
Interrotto quello che stavo facendo o terminato velocemente se importante, accorro per sentirmi finalmente chiedere cosa serviva: novantanove volte su cento, cose che sa fare benissimo da sola da un pezzo.
Mammaaaaaaa segue crisi isterica con pianto da asino sventrato vivo inconsolabile
Il dramma che si sta consumando e' di solito della portata di una goccia di acqua che e' caduta sulla manica della maglietta e la sventurata non intende abbassare il volume ne' calmarsi finche' non sara' cambiata di indumenti asciutti dalla testa ai piedi. Quello che mi fa impressione e' che prima se succedeva si spogliava e si rivestiva da se'.
Insomma, questa frigna ormai e' una solfa che si ripete da un mesetto, l'ho imputata ai vizi del periodo ospedaliero, quando essendo piena di cavi e di tubi doveva per forza chiedere qualsiasi cosa e non farla da se'. Dal momento in cui siamo tornate a casa ho ripreso la mia normale rotta, ovvero lasciare che faccia da se', intervenendo solo su richiesta: il problema e' che tale richiesta che una volta era sporadica, perche' la Viatrix ci ha sempre tenuto a provarci da se' a far tutto e non e' tipa che si arrendeva al primo colpo, adesso arriva continuamente. Non solo, mi sono sentita dire cose tipo: ora scendi e lo raccogli, dopo che aveva deliberatamente buttato puffi giu' dal tavolo e poi chiesto ai nonni di prenderli. Insomma cose che non appartengono al modo di fare di mia figlia.
Il punto e' che io in questi meravigliosi tre anni e mezzo di scarne serate tranquille e moltissime notti brevi e piene di risvegli, sono diventata perennemente stanca ma anche molto allenata ad alzarmi spesso e dormire poco.
Invece alla frigna, archiviato il periodo terrible two di auto affermazione, non sono abituata.
Ho sempre pensato che una giusta rappresentazione del reale fosse mostrare alle mie bambine il mio amore illimitato per loro ma anche i miei limiti di pazienza e di forza fisica. Negli anni ho visto che quando sono cotta, mi sento meglio ad ammettere a loro che  ho male alla schiena, che ho bisogno di dormire per ritrovare le energie per giocare, che ho i nervi tesi perche' il tato e' via da tanti giorni e io mi occupo di loro continuamente percio' faccio del mio meglio ma anche loro devono rendersi conto che certi capricci non portano a niente e stancano loro e me, piuttosto che tenere duro  fino a che un giorno do di fuori, cadendo nel paradosso del genitore che urla al figlio P I A N T A L A D I G R I D A R E ! ! !
Oggi mi sono ritrovata a spiegare a mia figlia che siccome gia' non le piace dormire e questo significa che mi occupo di lei per tante ore fino alla sera tardi, vorrei che mi chiamasse per far le cose quando davvero non le riescono, che non piangesse cosi' disperatamente per piccoli problemi risolvibili come una goccia sulla manica
Lei ha tre anni e mezzo e non mi aspetto che davvero capisca a fondo o che lo ricordi la prossima volta.
Pero' almeno ci ho provato e ho capito cosa davvero intendesse la mia vicina francese quando anni fa, mentre io ancora non ero madre, la sentii dire a sua figlia di quattro anni che frignava per salirle in collo anziche' star sulla pedana : se la mamma si rompe , non si puo' riparare
( detto tra noi oggi mi verrebbe di andarla a prendere alle 3.59 aziche' alle 3, giusto per darmi 59 minuti di tregua in piu')

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog