Magazine Talenti
E' capitato ieri sera. Guardavo la tivu, mi piace la sua luce bluastra, il resto l'ho già visto. Poi ho acceso la piccola lampada sul comodino, ho spento la tivù e mi sono preparato a leggere. Sto leggendo "Nessuno scrive al colonello" di Marquez, cosi mi addormento pensando alla mia fortuna. Lei era sdraiata accanto a me, le sue lunghe gambe mi sfioravano. Non ho mai visto una pelle cosi bianca e allo stesso tempo viva, pulsante, mia. Mi sorride, poi il sorriso le si rompe e gli occhi si sbarrano. Sorride di più adesso. "Senti, senti!!!". Mi artiglia la mano sinistra con le sue, la soffoca a se e io sento. Il codice morse della vita. "S-O-N-O-Q-U-I". Mia figlia si muove, si è svegliata. Mia figlia nuota, o ci prova, nell'utero-piscina della donna bianchissima che mi stritola la mano. Mi avvicino, mi appoggio come su ali di libellula, respiro appena, ma me ne accorgerò dopo. Adesso anche la mia mano destra è atterrata sulla luna di cinque mesi e passa. "Anche io sono qui piccola" sussurro. Lo so che non può sentirmi come io sento le altre voci del mondo, ma mi illudo che i suoi neuroni vengano accarezzati lo stesso dalle mie vocali e dalle mie consonanti. "Tranquilla, qui fuori ci sono io, non ti preoccupare di nulla, cresci che ti aspetto, sono papà" e credo ad ogni singola sillaba con tutto me stesso. Sono qui, sono presente al mondo e a me come raramente capita, ho il mio posto nell'universo e non esite altro. Le mie mani sensitive raccolgono la risposta. Ricordavo vagamente queste emozioni. La mia prima figlia (ora ha un grado la mia soldatessa) somiglia a me nell'allegria e nell'ironia, tu mia seconda che parte di me sceglierai? Ti sconsiglio il naso. Per il resto fai tu donna che parli con le mie mani. Buonanotte a te e a tutti quelli che nuotano.
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