Si por el patrio sendero, asoma una mala idea

Cuba è uno splendore. Cuba è rivoluzionaria. Cuba è il paradiso. Ma un paradiso che piano piano si sta sgretolando. Non in modo rovinoso, ma con delicatezza, come un degrado naturale. Un dolce declivio verso la senilità, che suggerisce un lento spegnimento. Cuba cambierà. Se in meglio o in peggio tocca deciderlo ai cubani, ma solo in parte.

Da anni a Cuba si respira vento di cambiamento. Fidel è vecchio, come vecchi sono i principi della rivoluzione, e a cuba il pensiero libero sta prendendo piede. C’era da aspettarselo dall’isola che è stata la culla di tutti i grandi rivoluzionari. I cubani non sono abituati a stare a guardare. I cubani sono un popolo di uomini d’azione, e quando sentono la propria libertà minacciata, la difendono coi denti.

Occorre comprendere cosa è cambiato in Cuba, per comprendere cosa è cambiato nei valori della rivoluzione. I sostenitori della rivoluzione comunista stanno cedendo ormai il passo alle generazioni successive che, pur credendo nella libertà ed indipendenza di Cuba, non riescono più ad accettare i limiti imposti dal regime. Ma il regime stesso, nella concezione socialista, doveva essere solo un momento di passaggio, verso l’affermazione di Cuba come stato sovrano e il trionfo della democrazia. Un passaggio durato cinquant’anni, ma che si avvia al termine.

In questi giorni lo splendido libro della blogger cubana Yoani Sanchez [desdecuba.com/generaciony] è stato ritirato dal mercato dell’isola, perché reputato pericoloso per gli interessi generali della nazione. Il governo cubano sente il cambiamento, sente arrivare un nuovo gradino di libertà. Quello che non riesce ad accettare è che questa sia la stessa libertà che ha conquistato ed affermato attraverso il modello rivoluzionario.

Quando Fidel morirà, Cuba cambierà. Sta’ ai cubani decidere come. GGD.