Si possono usare più fiori di Bach contemporaneamente?

Da Maxvolpi @maxvolpi

Edward Bach, il medico inglese che ricercò e catalogò i 38 fiori facenti parti del suo sistema floreale, intese questi rimedi come utili agli stati dell’animo. Come ricaduta positiva, il riequilibrio di questi stati avrebbe portato anche benefici alla salute fisica, poiché era convinzione del medico inglese, che la “malattia”, così come noi la intendiamo, fosse la conseguenza di un disequilibrio a livello dell’anima (emozionale, diremmo oggi). Fatta questa doverosa premessa, devi sapere che Edward Bach utilizzava sui suoi pazienti una media di 4 – 5 fiori per ogni somministrazione. Questo non significa che se ne debba usare per forza solo uno (ma nemmeno che non lo si debba fare, se le condizioni lo richiedono) e nemmeno troppi. Bach arrivò a somministrare 9 fiori in contemporanea in un caso documentato. Per la scelta dei fiori è bene ricorrere ad un consulente floreale se non conosci i fiori, oppure ricorrere al “fai da te”, nel caso in cui tu voglia esplorare il mondo dei fiori per capire quali rimedi fanno al caso tuo, quali sono transitori (ovvero “mood” – cioè derivanti da situazioni contingenti, coincidenze e circostante della vita – es.: stress per il lavoro) oppure quali sono rimedi più personali (ovvero “type” – cioè derivanti dalle tue caratteristiche di personalità di base). Edward Bach sosteneva che le persone vengono in vita con una lezione da imparare per evolvere e questa lezione è direttamente collegata agli stati di base (type) che ognuno di noi ha bisogno di riequilibrare. C’è l’iroso, il timido, il pauroso, il geloso, etc.

Se una persona si vergogna ed ha paura a mostrarsi in pubblico, soffrirà una forte ansia nel momento in cui dovrà presentarsi al cospetto della tal commissione esaminatrice. Avrà bisogno di rimedi “mood” per il momento, ma questi rimedi sono anche “type” visto che la vergogna e la paura di mostrarsi sono caratteristiche sue implicite. Se questa persona fosse costretta a ripetere coattivamente questo doversi mostrare, “potrebbe” (il condizionale è d’obbligo) sviluppare un livello d’ansia quasi perenne che avrebbe ricadute anche sul corpo fisico, dando origine a quella che viene comunemente chiamata “somatizzazione d’ansia” (è solo un esempio, ma spiega bene il concetto alla base dei fiori). Ovviamente in questa equazione bisogna evitare di tralasciare chi si è. La maggior parte delle persone possono accedere a questo trattamento con efficacia e risultati tangibili, tuttavia le persone con problematiche di origine psicologica, devono ricorrere ad un trattamento strutturato e ad un sostegno strategico. E sono molte le persone oggi che avrebbero bisogno un aiuto e che invece si relegano in una apparente normalità figlia dell’abitudine a ripetere, trovando poi non solo poca gioia nella loro vita, ma anche accumulando tensioni negative che poi vengono riversate sugli altri. Per queste persone, un percorso di conoscenza di sé con i fiori sarebbe certamente utile per sciogliere quei nodi che impediscono alla vita di srotolare tutta la propria bellezza, tutte le possibilità, il sapore di un’esistenza piena. Edward Bach ha scoperto e catalogato 38 fiori che ci aiutano a capire chi siamo, quali sono le qualità dell’anima sulle quali puntare per accedere a quello spazio interiore dove la vita scorre come un ruscello e per questo parliamo di “type”.

Per questi motivi, la somministrazione potrebbe contenere uno o due rimedi “type” e qualche rimedio “mood” per le circostanze presenti, sempre tenendo in alta considerazione che la somministrazione dev’essere basata sull’essere umano, dovrà essere quindi molto “type”, per questo un consulente può essere d’aiuto nel caso in cui si debba superare una situazione imminente (lo stress di un esame, etc.), ma la strada più efficace a lungo termine (come del resto voleva Bach) è quella di apprendere ad utilizzare i fiori per sé stessi. Questo modus diventa anche una strada per conoscere sé stessi.

L’esortazione conosci te stesso è un motto greco (????? ??????, gnôthi sautón), iscritto sul tempio dell’Oracolo di Delfi e può ben riassumere l’insegnamento di Socrate, in quanto esortazione a trovare la verità dentro di sé anziché nel mondo delle apparenze. La locuzione latina corrispondente è Nosce te ipsum. La frase scritta sul tempio tradotta recita: “Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli Dei”. È anche utilizzata in latino la versione Temet nosce.

Buona vita.

Max Volpi.


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