E' possibile per un sistema basarsi su un modello economico diverso dal Capitalismo ( e senza dover per forza tornare ad un precedente modello Imperiale / Feudale ) ?
Qualunque cosa vada a succedere nell' immediato futuro è una domanda interessante da porsi, non fosse altro che per riuscire a svincolarsi, almeno mentalmente, da quello "schema di Hal" col quale continuiamo comunque a vivere e pensare. La questione è tutt' altro che semplice, in quanto abbandonare il "capitalismo" equivale a doversi svincolare contestualmente dall' intero palco sistemico oggi montato: l' intero "sistema" nel quale siamo immersi è infatti costituito da DINAMICHE ACCESSORIE alla principale, data appunto dal "motore" capitalista.
Un motore che esige, per farla breve, di congegnare l' intera società come "effetto secondario e collaterale" di un' economia "dopata", vero pilastro portante di un sistema che ha in gran parte sostituito con l' espediente economico-finanziario il precedente espediente bellico per affermarsi ed esportarsi. Il "capitalismo", con la sua economia prima spinta e poi fatta esplodere attraverso la leva finanziaria, altro non è che l' equivalente "moderno e incruento" dei precedenti sistemi militari, in cui era l' esercito il perno centrale attorno a cui ruotava tutta l' organizzazione sociale. Il MOVENTE di entrambi i sistemi è comunque l' espansione, anche se oggi, come abbiamo già visto, essa è usata non a scopo accentrativo e centripeto, ma per il suo esatto contrario.
Rivediamo in breve alcuni concetti già esposti:
La tesi qui sostenuta è che il modello capitalista implementato in Europa dall' Età dei Comuni in avanti è servito storicamente a parassitare dall' interno i precedenti blocchi di potere, unificare le diverse élites precedenti in un' unica "borghesia" ed esportarsi ciclicamente all' esterno, impedendo contestualmente l' accumulo interno di troppo potere sia nella classe borghese stessa, che nei territori progressivamente conquistati e così unificati.
Non essendo la "borghesia" tout-court l' artefice ultimo di tale processo, va da sè che la sua "volontà generante" va cercata in altro, in un assunto non di conquista e sottomissione, ma al contrario RIVOLUZIONARIO e CICLICAMENTE ESPANSIVO del modello stesso. Ossia va cercato in quella "millenaria locomotiva rivoluzionaria" che prima crea e poi abbatte e supera gli scenari stessi che le sono utili per procedere nel suo viaggio verso un "modello utopico" ( l' ultimo paesaggio puramente grafico ) ed un "fine ultimo" ( la vera nascita dell' uomo, fin qui disorientato passeggero eterodiretto dalla locomotiva stessa ).
Chi ha storicamente portato alla nascita degli Stati-Nazione è dunque la stessa forza che oggi intende abbatterli e superarli.
2) Chi guida la locomotiva ? Non è oggi Vasco/Umanità quindi a "guidare" tale locomotiva, così come non è una classe specifica, nemmeno quella stessa borghesia usata come vettore principale dell' intero sistema capitalista ( rivedasi quanto brevemente detto su Bunuel ). Nè tantomeno è una fantasmatica èlite finanziaria, creazione ed espediente virtuale che non incorpora gli ingranaggi del motore che non possono che essere REALI e collegati vuoi all' ECONOMIA REALE ( forza lavoro, la biella rossa "popolare" che muove le ruote della locomotiva ) che ai MEZZI DI PRODUZIONE ( capitale, infrastrutture e strumenti di produzione, l' altra biella, quella nera e più esplicitamente "borghese", che concorre assieme alla rossa a muovere le ruote del sistema ). La finanza abbiamo già visto essere l' espediente per portare il sistema alla fase esplosiva ( vera fase "utile" dell' intero ciclo e dell' intera "macchina" a tale scopo costruita ).
L' energia del sistema dunque, lungi dall' accentrarsi ed accumularsi definitivamente in un solo punto della macchina, serve alla locomotiva SOPRATTUTTO PER AVANZARE.
Vero macchinista conduttore è IL FUOCO: ossia una pura idea, pura astrazione, pura volontà, puro principio metastorico che SI SERVE degli opposti ( classi sociali, ideologie, immaginario culturale generalmente indotto ) per creare quella ENERGIA DINAMICA che muove l' intero sistema.
Il nostro Vasco è "eterodiretto" e visibilmente confuso e sperduto a bordo del locomotore la cui vera volontà portante è il fuoco alle sue spalle; una volontà incorporea ( in quanto agisce in modo occulto, trasversale e superiore alle stesse dicotomie che servono come "forza bruta" a spingere la macchina ); una volontà fatta a mio vedere di diverse componenti "hardware" il cui vero collante è costituito da un comune assunto etico e NON ACCENTRATORE, ma al suo contrario, tipicamente rivoluzionario.
( L' "hardware" include necessariamente diverse forze e componenti, tra cui la struttura mediatico/bancaria prettamente ebraica; l' alleanza storica tra filosofi, scienziati, pensatori e borghesia illuminata; i think-tank a vario livello organizzantesi ed operanti; ecc: componenti strutturantesi a loro volta in quella piramide di attuatori che qui chiamiamo, senza farci troppe pippe, col nome generico di "architetti del sistema" )
( E collante rivoluzionario che direi anche dal sapore prettamente "anarchico", inteso nella sua esatta connotazione storica e politico-sociologica: la fiamma è simbolo dell' anarchia; i colori contrapposti nero/rosso sono anche quelli della bandiera anarchica; la meta stessa della locomotiva è "l' Anarchia" intesa come sistema sociale d' arrivo, sintetizzata con tutto un corollario di topos, idee e concetti in quel pube femminile, in quel quadro dal titolo emblematico "L' origine del mondo" già per sè fortemente anarchico, opera di quel Courbet anch' esso pittore anarchico dell' '800 ... ne riparliamo; faccio solo notare ancora come anche in Kubrick si abbia questa ossessione per il rosso e il nero, colori di Hal 9000, colori di ogni situazione che rappresenti le "bielle" del potere occulto e del suo materializzarsi storico ).
Capitalismo dunque vero ESPEDIENTE STRATEGICO attorno al quale un' idea portante ( il fuoco ) costruisce quella locomotiva storica che servirà ad oltrepassare nei secoli territori e poteri fino ad arrivare alla loro dissoluzione in quella "città della ragione", e alla sintesi degli opposti ideologici nella meta finale del viaggio: una società che, superando anche il "Capitalismo" e gli "Stati" creati ed usati a locomotore, arriva alla vera nascita, vera origine di un mondo e di un "uomo" finalmente liberato, attraverso tale "rivoluzione clandestina", dal vecchio stato di schiavitù ( beh ... sembra di leggere Proudhon e Bakunin parbleu ... )
Capitalismo dunque usato anch' esso come "leva rivoluzionaria": e non importa se di tipo "Occidentale" o "Orientale", espressioni di due diverse forme capitalistiche entrambe fallaci, ed entrambe destinate a dissolversi in quella forma sociale che potrà infine prescindere dall' uno e dall' altro.
La locomotiva che parte da una landa dominata da una croce ( Europa medievale ) raggiunge e supera ( ossia crea e poi distrugge ) sia "paesaggi" di capitalismo tipicamente occidentale che di tipo opposto: diversi abiti di un' unica matrice, che richiedono entrambi una "pace militare", così come lo stato stesso serve a difendere e garantire l' esistenza di un sistema di per sè iniquo, sistema che alla fine la locomotiva abbandona per la "città della ragione".
Città della ragione, dell' utopia e della rivoluzione: la chitarra che costituisce la stazione d' arrivo è per antonomasia lo strumento musicale anticonformista e rivoluzionario; la musica è il colore di fondo, dove l' "occhio minaccioso del precedente controllo" ( occhio della piramide, occhio di Hal 9000, ecc. ), ossia nient' altro che "lo Stato", diventa il bonario altoparlante di un amplificatore musicale ...
Capitalismo dunque che verrà abbandonato dal sistema-locomotiva stesso, una volta raggiunto lo scopo.
Ora, una volta compreso che lo "Stato" ( sia di tipo occidentale che orientale ), così come il sistema democratico-borghese, altro non sono che l' "involucro" messo a difesa del motore capitalista, e che tutto l' insieme costituisce la locomotiva stessa, è più semplice capire perchè un sistema che si regga su un modello non capitalista implicherà la sparizione dell' "intera" locomotiva, tout-court.
Implicherà sia la sparizione del motore che delle bielle e dello stesso fuoco a guida occulta del sistema ( concetto del resto già trovato nella "stanza su Giove" di 2001 ). Comporterà la sparizione delle classi sociali, della democrazia e politica "rappresentative", dello Stato stesso come fin qui inteso, della "vita" stessa come fin qui intesa ( strumento piegato alla necessità capitalista-rivoluzionaria-evolutiva ) verso la sua vera "origine", finalmente liberata da tale necessità storica.
Una società liberata dal capitalismo significa semplicemente un modello dove non sia prevista la "proprietà" dei mezzi di produzione.
Controllo dei mezzi di produzione: ... oddio, non è che neanche oggi ( nel capitalismo più conclamato ) essi vengano davvero lasciati in mano alla classe borghese: crisi e guerre servono appunto, come già visto in precedenza, a DELOCALIZZARE e LIMITARE capitali, infrastrutture, e la borghesia stessa in fase finale di ciclo, impedendo che si facciano veicolo di un eccessivo accentramento di potere interno. Paradossalmente, anche oggi il sistema è già "socialista", anche se fa comodo questo lento procedere ( socialismo fabiano, appunto ) proprio per poter addivenire e sfruttare la fase di scoppio. Che richiede una diseguaglianza sociale, ma non che sia la classe borghese ad incassarne tutti i benefici: ecco che anche la borghesia, come visivamente ben descritto da Bunuel, non è per niente artefice del proprio destino, ma anch' essa strumento, anch' essa pilotata da una volontà superiore.
Anche oggi la classe borghese è quindi proprietaria solo "pro tempore", solo parzialmente del proprio "capitale". Talvolta semplicemente costretta a delocalizzarlo o reinvestirlo in rinnovati sistemi produttivi, talvolta costretta più prosaicamente a perderlo, con risvolti che possono essere, anche per lei, molto drammatici.
Anch' essa quindi, come le classi subalterne, sarà ben contenta di assistere alla morte finale di tale sistema per una società più vera e autentica; e neanche la borghesia avrà motivo di "piangere davvero" al funerale del capitalismo: ed ecco che allora "si potrebbe andare tutti quanti al tuo funeraleee / per vedere se la gente poi piange davverooo ..."
... Verrei anch' io, se non fosse che ho già un' età ...
Ora, torniamo mentalmente al post precedente su Italia/Trentino: se in una struttura simile il finanziamento venisse erogato su un preciso progetto di sviluppo ( singolo o collettivo che sia ) indipendentemente dall' esistenza di un preesistente "capitale" ( basterebbe il ricorso alla moneta "fiat" semplicemente erogata sulla potenzialità produttiva del progetto ); se tale finanziamento ed i beni e mezzi di produzione con esso acquisiti non divenissero infine "proprietà" di qualcuno, ma della struttura amministrativa stessa che via-via li "cede in utilizzo" chiedendo solo il loro eventuale ammortamento ... beh, non ci sarebbe più nessun bisogno nè del capitale, nè della proprietà privata dei mezzi di produzione, nè di una classe borghese che gestisca il tutto ( più o meno lucrandoci e sfruttando la forza lavoro ).
I mezzi di produzione sarebbero quindi al tempo stesso "nuda proprietà" della forma associativo/amministrativa e "in uso di possesso" da parte di chi li utilizzi ... ma non costituendo "capitale", nè abbisognando del medesimo per il loro acquisto, non abbisognano più della formulazione capitalista stessa.
Ecco quindi che è ancora una volta dimostrato quanto sia l' attuale DIREZIONE e VOLONTA' ESPANSIVA della locomotiva ad abbisognare dei cicli capitalisti di ACCUMULO >> CRISI, e non il contrario ... Ed ecco che, una volta giunta in stazione, la nostra locomotiva rivoluzionaria non necessiterà più, a rigor di logica, nè del capitalismo, nè dello stato, nè della borghesia, nè della divisione sociale in classi contrapposte, nè degli opposti ideologici, nè della divisione politica in partiti e della conseguente rappresentanza elettorale; non abbisognerà più nè della spinta alla produzione e al consumo, nè del pil, della borsa, della finanza, nè dello sfruttamento di schiavi, nè di crisi, nè di guerre, nè ... ecc. ecc ... Fino ad approdare ad un modello sociale VERAMENTE più autentico e libero, ad una mentalità associativa che si determina e organizza su più autentiche esigenze e, per forza di cose, dal basso ... e nel quale ogni necessità tenderà a generare principalmente dal basso, andando a sostituire l' attuale principio di "sfruttamento socio-economico" con quello di "mutualismo".
E allora sarà come passare da una chitarra-giocattolo Bontempi ad una vera Fender Stratocaster ... ma anche di questo ne riparliamo.