Elaborazione artistica della Stazione Spaziale Internazionale. Crediti: NASA
365 giorni nello spazio: la sfida è stata lanciata più di un anno fa dalla NASA e dall’agenzia spaziale russa Roscosmos, e tra poco diventerà realtà. Nella primavera del 2015, due astronauti partiranno per quello che sarà il più lungo periodo mai trascorso dall’uomo sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
L’obiettivo è studiare le reazioni sul corpo umano durante l’anno spaziale, anche per pianificare missioni future più lontane.
I due astronauti, scelti dopo una selezione lunghissima, saranno Scott Kelly per gli Stati Uniti e Mikhail Kornienko per la Russia. Entrambi veterani dello spazio, e già abituati a lavorare insieme dopo la cosiddetta Expedition 23, del 2010.
Kelly e Kornienko partiranno dal cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan, e torneranno alla stessa base nella primavera del 2016.
La missione sulla ISS è il risultato di anni e anni di progettazione. E a ben guardare, puntare a compiere record di permanenza nello spazio non è una novità: la NASA cominciò negli anni ’70, in una missione che vide come protagonista l’astronauta Bill Pogue, morto lo scorso 4 marzo all’età di 84 anni.
Chiamato con l’evocativo nome di Skylab, il viaggio di Pogue durò esattamente 84 giorni e un’ora, un record assoluto per l’epoca. La missione programmata per l’anno prossimo deve molto a quel primo tentativo, avvenuto nel 1973, di scoprire quanto a lungo il corpo umano potesse resistere nelle condizioni spaziali.
Oggi, dopo oltre 40 anni, sappiamo molto di più sui meccanismi cellulari che intervengono in assenza di gravità: conoscenza che probabilmente aumenterà esponenzialmente entro il 2016.
Fonte: Media INAF | Scritto da Giulia Bonelli