Ho ricevuto da Lorenzo Lorusso il seguente articolo a commento di un fatto accaduto all'aeroporto di Ronchi dei Legionari (Gorizia): leggendolo, si stenta a credere che certi fatti possano accadere!
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""Mio figlio Luca, nei mesi scorsi, essendo già laureato in lingue e letterature straniere, è stato a Mosca per un lungo corso di aggiornamento riguardante la lingua russa. Al suo rientro ha fatto scalo all’aeroporto di Roma Fiumicino, laddove gli è stato controllato per ben due volte – dalla Polizia di Stato prima e dalla Guardia di Finanza poi – il suo passaporto ed i suoi bagagli. Ovviamente tutto in regola.
Come se non bastasse, quando è giunto all’aeroporto di Ronchi dei Legionari (Gorizia) con volo interno (avrebbe voluto e potuto prendere il treno a Roma ma per arrivare prima e più comodamente ha optato per l’aereo) la Guardia di Finanza gli ha controllato ancora una volta tutti i bagagli, proprio come se fosse possibile fare del contrabbando da Roma a Trieste, ovvero nell’ambito della stesso Paese. E, quando gli è stato chiesto persino di esibire un documento di identità, lo ha fatto dando ai due finanzieri la sua carta d’identità. «Non basta!», si è sentito rispondere in maniera seccata da uno dei due, «mi esibisca il suo passaporto». Mi chiedo: ma per venire da Roma a Trieste occorre il passaporto? Bossi, è forse riuscito a fare la secessione?
Mio figlio che è un ragazzo onesto, incensurato e non ha nulla da temere da qualunque controllo, ha esibito il passaporto (avrebbe potuto anche non farlo visto che è un cittadino italiano e proveniva da Roma), che mostrava una marca da bollo che era scaduta durante la sua permanenza a Mosca. In un paese straniero e non comunitario avrebbe mai potuto acquistare la marca da bollo scaduta? Quando è partito dall’Italia non lo era e, probabilmente, questo dettaglio è stato valutato con sagacia dagli agenti della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Roma, tant’è che nulla avevano obiettato.
Morale della favola, i due zelanti finanzieri della Tenenza di Ronchi dei Legionari, hanno redatto un verbale irrogando una sanzione di 103,00 euro, a fronte di una presunta evasione di una marca da bollo di soli 40,29 euro. Per me che sono venuto a conoscenza del fatto è una vergogna che si cerchi il pelo nell’uovo degli onesti cittadini mentre alla vera evasione fiscale viene fatto il solletico e risulta solo minimamente sfiorata. Lo dimostrano i dati da guinness dei primati dell’evasione fiscale italiana, che, nonostante i 65.000 agguerriti finanzieri sparsi su tutto il territorio nazionale, continua a galoppare, a quanto pare, poco disturbata se consideriamo che alla Parmalat – quando scoppiò lo scandalo – non effettuavano una verifica fiscale globale da circa 22 anni.
Caro comandante della Tenenza di Ronchi dei Legionari, è così che fate la lotta all’evasione? Glielo dico senza offesa perché anche io ho fatto parte del Corpo della Guardia di Finanza e vorrei che tutto andasse diversamente, ma glielo dico anche con molta amarezza e senso di disagio considerato che oltre ad essere un ex dipendente sono pure un contribuente.""
Lorenzo Lorusso - Trieste