Ricapitolando. I Paesi Ue che affossano il piano delle quote per la ripartizione dei migranti fanno schifo. Le regioni del Nord Italia che si rifiutano di accogliere i profughi invece fanno bene. Punti di vista, o di svista. La posizione della Lega Nord sul tema immigrazione, negli ultimi giorni, è di una chiarezza lampante, quasi imbarazzante. Se si tratta di attaccare la solita Europa dei finti buonisti che poi in realtà sono egoisti, allora giù con gli insulti ai nostri partner che lasciano sola l'Italia a gestire "l'invasione". Se invece si deve speculare per qualche voto in più (la campagna elettorale non finisce mai, neanche a urne chiuse), tutto sommato è comodo rinverdire i vecchi fasti dei tempi in cui il nemico era quello che viveva da Roma in giù.
Quindi Maroni e Zaia, con la partecipazione straordinaria di Toti e Forza Italia, tornano a recitare la parte dei nordisti preoccupati per il loro giusto benessere, con buona pace dei terroni. Perché, da come la Lega e il centrodestra stanno raccontando la vicenda Maroni vs. prefetti, sta passando il messaggio, strumentale, che le regioni del Nord stiano scoppiando. Il che può anche essere vero, se però si spolvera anche un briciolo di buonsenso e si ricorda che in valore assoluto il 34% (statisticamente più di un terzo) dei migranti accolti in Italia si trovano in Sicilia (22%) e Lazio (12%; cioè Roma, con tutto ciò che purtroppo ne consegue, vista Mafia Capitale...). Nella Lombardia di Maroni, terza, sono il 9%. Proporzionalmente alla loro popolazione, Lombardia, Veneto e Liguria scivolano nelle ultime posizioni della graduatoria, invece. Ma lasciamo perdere i numeri e parliamo di altri fatti – oltre che di qualche opinione.
La Sicilia continua a essere solidale e accogliente, come più o meno avviene da secoli. Pure noi sotto sotto abbiamo un nostro razzismo, chiaro. E tutti i bluff politici prima o poi attecchiscono. Nel referendum del 1946 vinse la monarchia. Salvini può sperare di fare il viceré.