Vi avevo detto che ero in attesa di una risposta. Sono quindici giorni che l'aspetto e adesso posso finalmente dirvi che, come le altre, non è arrivata. Dopo un colloquio telefonico e una corrispondenza avute con don Nazareno Marconi, rettore del seminario di Assisi e noto biblista, sono stato dirottato dopo oltre un mese su Giandomenico Borgonovo, il quale , come ho scritto, dopo quindici giorni non ha dato nessuna risposta a una mia sintesi di una paginetta e mezzo, quindi non un lavoro di duecento pagine. La sintesi che ho inviata è questa:
Rev. Padre,
spero che questa paginetta e la tabella in calce riescano a farle focalizzare un problema concettualmente molto semplice che vado subito a esporle. Sinora gli studi condotti sui sincronismi tra Giuda e Israele presenti ini 1-2Re si sono avvalsi del calcolo fatto dall'autore dei libri suddetti. Io ho cambiato radicalmente approccio e non l'ho considerato, ma ho invece considerata la matrice di quei calcoli, cioè la scala cronologica sincronica che non ci dice esplicitamente quanto il tal re abbia regnato, ma ci obbliga a calcolarlo in prima persona, perché ci fornisce solo gli estremi del calcolo, cioè che il re X di Giuda ha iniziato a regnare il XX° anno di regno del re Y d'Israele.
Per quanto mi risulta nessuno finora lo ha mai fatto, tant'è che l'opera più completa sulla cronologia dei Re, cioè The chronology of the kings of Juda and Israel di G. Galil, ancora basa la confutazione della tenuta logico cronologica di 1-2Re sui conti dell'autore biblico, i quali o sono spesso errati o hanno risentito delle sviste dei copisti, poiché se i conti li facciamo in prima persona si generano differenze anche di venti anni con quelli che troviamo già fatti nella Bibbia.
Adesso passo a illustrarle un caso concreto che vale per tutti (Albright, Anstey, Nobile, Balzaretti), perché tutti hanno preso in considerazione conti di seconda mano e per giunta sbagliati, ovvio quindi che tutti i sincronismi tra Giuda e Israele si perdano. Un'ultimissima raccomandazione che troverà anche nella legenda. Non si lasci fuorviare dalla datazione dei vari regni: noi siamo alla ricerca dei sincronismi, della tenuta logico – cronologica dei Re, per cui, paradossalmente, potremmo datare Davide non nel 1010 a.C. ma nel 1010 d.C e il nostro discorso non cambierebbe. La prego di riflettere e comprendere subito questo fondamentale aspetto, altrimenti potrebbe disorientarsi.
Prendiamo il caso lampante proposto dal massimo esperto mondiale, G. Galil.Lo studioso riporta due casi di mancato sincronismo. Il primo, fa riferimento agli anni che intercorrono da Geroboamo alla morte di Joram, entrambi re d’Israele e quelli invece che passano dall’incoronazione di Roboamo alla morte di Ocozia , re di Giuda. Egli sostiene che dovrebbero essere espressi da una cifra identica, perchè Geroboamo (Israele) e Roboamo (Giuda) vengono incoronati nello stesso anno e Joram (Israele) e Ocozia (Giuda) muoiono lo stesso anno a causa della rivolta di Jeu. Siccome ciò non accade, Galil deduce che la cronologia dei Re, così com'è è inattendibile, o comunque fallace. Vediamo se ciò risulta vero anche seguendo il mio approccio, vediamo cioè se facendosi i conti a tavolino l'indispensabile sincronismo manca oppure no.
Quello che stiamo cercando, dunque, è il sincronismo tra Giuda e Israele nell’arco temporale che va da Geroboamo alla morte di Joram per Israele e dall’incoronazione di Roboamo alla morte di Ocozia per Giuda. Prendiamo la tabella cronologica in calce limitatamente alla sezione che contiene questi re. Adesso consultiamola per datare prima Geroboamo e Joram d’Israele. In essa si riporta che il primo re fu incoronato nel 909a.C., mentre la morte di Joram la data nell' 816a.C. Secondo il ragionamento di Galil dobbiamo rilevare adesso un numero identico di anni per Giuda, cosa che non accade al suo calcolo. Bene, la nostra tabella riporta che Roboamo di Giuda viene incoronato nel 909a.C., mentre la morte di Ocozia la data lo stesso identico anno della morte di Joram d'Israele, cioè l’816a.C., dando luogo a un perfetto sincronismo (93 anni per ciascun regno).
Affrontiamo adesso la seconda incongruenza segnalata da Galil. Egli di nuovo sostiene che tra Israele e Giuda deve intercorrere uno stesso numero di anni che intercorre tra lo scisma e la morte, rispettivamente, di Acab d’Israele e il XVII° di Giosafat di Giuda. Consulti pure la tabella e si renderà conto che in entrambi i casi segna un periodo che va dal 909a.C all’830a.C., dando di nuovo luogo a un perfetto sincronismo.
Si potrebbe obiettare che Galil sia stato più preciso nei conti e che abbia tenuto conto di fattori a me sfuggiti. Non è così e lo dimostro. Egli infatti, riguardo al primo esempio portato, sostiene che la somma degli anni dei re di Giuda è 95, cioè la stessa che otteniamo sommando semplicemente gli anni di regno dei singoli re così come proposta dall'autore biblico. Galil quindi non è ricorso a fonti diverse, ma solo alla Bibbia per come la conosciamo. Immagino che se lo ha fatto per Giuda, lo abbia fatto anche per Israele.
Quello che molti non hanno capito è che i miei conti tornano solo perché non mi sono affidato per comodità al calcolo fatto dall’autore biblico, ma ho ricalcolato tutto in prima persona. Insomma l’autore biblico sbaglia e con lui sbagliano tutti quelli che a lui si affidano.
Spero, caro Padre, di aver inquadrato il problema. Mi rendo conto che ci vuole un po' di pazienza per entrare nella logica fredda dei numeri, ma ne vale la pena perché in ballo c'è l'attendibilità di due interi libri biblici; in ballo c'è la spina dorsale su cui fa leva il tessuto vivo, muscolare dei profeti perché è da lì che si misura la forza profetica di Geremia, ad esempio. Fatta salva la coerenza cronologica dei Re si riapre completamente la questione troppo frettolosamente archiviata dell'attendibilità storica di una parte fondamentale della Bibbia. Nessuno potrà più dire che non esiste una coerente e lineare cronologia dei Re e dunque che i libri dei Re non hanno valore cronologico. Questa è la posta in gioco.
Cordialmente
Giovanni
A queste poche righe seguiva la solita tabella cronologica. Non mi sembra di aver farneticato, ma ho esposto abbastanza chiaramente la soluzione di un problema secolare, soluzione ottenuta non con calcoli improbabili ma ricavati semplicemente dalla Bibbia, la quale offre due chiavi per calcolare la durata dei vari regni di Giuda e Israele, solo che gli studiosi si sono sempre accaaniti ad adoperarne una, ignorando totalmente (fraudolentemente?) l'altra.
Bene di fronte a questa mia scoperta, che fa salvi due interi e importantissimi libri biblici si è scelta la linea del silenzio, ci si avvale della facoltà di non rispondere, la quale, come nei processi, non spetta al testimone, sebbene testimone di Cristo. Nelle vesti di avvocato ho chiesto semplicemente se questo mio saggio, questa mia intuizione era sbagliata e dove. L'ho chiesto non al primo che avessi incontrato, ma agli esperti cattolici.
L'aver da parte loro scelto la linea del silenzio prova che forse nei miei confronti si è deciso una sorta di conventio ad excludendum che vorrebbe impedire ogni visibilità ai miei studi, i quali non solo dimostrano l'esistenza di una cronologia biblica, ma anche la presenza di studi e testi pagati profumatamente ma che non valgono niente, sono ricostruzioni di pura fantasia prive di qualsiasi valore scientifico. E' questo che temono, temono che la loro autorevolezza si trasformi d'incanto in autoritarismo, con il quale vorrebbero imporre una vulgata completamente falsa, talvolta ridicola, che a mio parere altro non è che tenebra, quella stessa che impedisce a chi lo vorrebbe di contemplare Dio nella Storia.
Fa orrore che la gerarchia cattolica ne sia coinvolta, tanto che mi chiedo se non siamo di fronte alla profezia di Gesù circa l'abomino della desolazione nel luogo santo. Sì, perchè ora sanno e nonostante tutto tacciono, lasciando che la menzogna continui ad esser chiamata scienza, magistero.
Ho scritto di nuovo a Giandomenico Borgonovo chiedendogli se la mia prima mail sia arrivata. Vedremo se anche in questo caso mi si ignorerà. Vedremo se anche stavolta s'infrangeranno i confini dell'educazione che vuole sempre una risposta cortese a una domanda cortese. Dio voglia che sia smentito.