Cosa si prova a vivere esposti al freddo dell’inverno, notte e giorno, per mesi?
È la domanda sottesa a un recente esperimento che si è svolto in Germania, promosso da Fifty-fifty, organizzazione che si occupa di assistenza e accoglienza ai senzatetto, e che cura anche la pubblicazione di un magazine.
L’esperimento, chiamato Frozen Cinema, è tanto semplice, per l’idea che sta alla sua base, quanto significativo negli esiti: è consistito nell’abbassare la temperatura del sistema di condizionamento di una sala cinematografica fino a portarla a 8 °C. A quel punto numerosi spettatori hanno fatto di tutto per coprirsi nel migliore dei modi, e così sono state consegnate loro delle coperte.
È stato allora che è iniziata la proiezione di un breve documentario sugli homeless, al termine del quale è stato fatto notare come ogni coperta avesse stampigliato un QR code, vale a dire un codice leggibile da uno smartphone e attraverso il quale ogni spettatore è stato in grado di fare subito una donazione.
Non è il primo esperimento di questo genere, per Fifty-fifty. E non ci sembra un esperimento inutile. L’elemento di maggiore interesse sta proprio nel tentativo di realizzare una cross-medialità da mettere al servizio della comunicazione sul sociale. E, a quanto pare, la missione è stata compiuta.
Se un messaggio, per di più di estrema importanza come in questo caso, passa attraverso la spinta all’interattività con il messaggio stesso, non è difficile capire come possa essere amplificato e veicolato con un’efficacia molto maggiore.
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