Tre cose, tre luoghi comuni affollatissimi, tre banalità che non si possono proprio più sentire.
La citazione del titolo del famigerato romanzo di Gabriel Garcia Marquez “Cronaca di una morte annunciata” in tutte le salse e tipicamente per accompagnare la notizia della quotidiana calamità naturale o criminale al telegiornale. (Es: “Cronaca di un disastro/crollo/ annunciato”. Oltre alla morte modello base, ovviamente.) Un classico del giornalismo fatto con il generatore automatico di luoghi comuni. Lo sfruttamento stile stabilimento tessile indonesiano della povera poesia “Soldati” di Giuseppe Ungaretti che recita: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Molto amata dai facebookiniani in vena di facezie ma in carenza congenita di fantasia. Io ne leggo almeno tre o quattro citazioni al giorno. Decisamente troppe. E’ molto contagiosa. Credo una volta di essermela presa anch’io. La citazione cinematografica: “E’ la stampa, bellezza!” con, al posto della stampa, qualsiasi cosa frulli in quel momento all’estensore della banalità. Forse la più insopportabile. Come rovinare il bellissimo momento di denuncia anticensura di Humphrey Bogart del film “L’ultima minaccia”. Molto amata a sinistra come tutte le cose di sinistra da rovinare banalizzandole.