Vaticano, il grande buco
di Emiliano Fittipaldi (01 giugno 2012)L'ospedale Gemelli di Roma, di proprietà della Chiesa, ha una voragine nei conti da un miliardo. Lo rivela una lettera al cardinale Bertone: "Qui si rischia il fallimento"
Qualche giorno fa il segretario di Stato Tarcisio Bertone ha ricevuto una relazione dal contenuto devastante: l'area sanitaria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, l'ateneo cattolico che controlla l'ospedale Gemelli, ha un debito complessivo che sfiora il miliardo (750 milioni verso le banche e 170 verso i fornitori), e il rischio di un crac è vicinissimo. "L'Espresso" ha letto la nota riservata datata 17 maggio 2012, in cui Giuseppe Profiti, fedelissimo di Bertone e consigliere della Cattolica, spiega senza fronzoli la gravità della situazione. Causata da cattiva gestione e dal fatto che i crediti iscritti a bilancio che il management dell'ospedale sostiene di avere nei confronti della Regione Lazio (circa 820 milioni che in teoria pareggerebbero i debiti, soldi che comprendono i 257 milioni di un lodo arbitrale ancora in corso) sono, in gran parte, inesigibili.
La prospettiva, per il Gemelli, è da incubo. Taglio degli stipendi, licenziamenti, scissione tra università e nosocomio e vendita dell'ospedale. A dicembre la regione Lazio guidata da Renata Polverini ha detto di voler concedere al Gemelli non più di 79 milioni, mentre Profiti è più ottimista e spera che il tavolo appena aperto dal governo porti in cassa il 50 per cento della somma richiesta. Ma anche se così fosse il debiti residui non sarebbero "inferiori a 400 milioni di euro". Se la cifra fosse iscritta nel bilancio complessivo della Cattolica le conseguenze potrebbero essere disastrose. "Impossibilità di accesso al finanziamento bancario strutturato e l'esposizioni a possibili istanze di fallimento presso il tribunale di Milano da parte dei creditori ovvero, qualora la situazione dell'Università venisse a conoscenza del giudice, l'apertura della procedura fallimentare ex officio. Pare il caso di segnalare", chiosa il "promemoria", "che il tribunale di Milano ha sviluppato un atteggiamento molto aggressivo". Come dimostra il caso del San Raffaele di Milano.
Sogno infranto. In Vaticano "mala tempora currunt". Tra corvi, fughe di documenti riservati e guerre tra fazioni opposte la Santa Sede è sconvolta da scandali inauditi. Ma presto verranno al pettine altri nodi cruciali, magagne che finora sono rimaste ben nascoste sotto il tappeto e fanno tremare la Curia, perché la nuova crisi travolgerà la Chiesa in uno dei settori a cui tiene di più: quello degli ospedali controllati dai religiosi.
Eppure fino a poco tempo fa le speranze erano ben altre. Bertone aveva deciso, d'accordo con l'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi (che insieme ad alcuni politici aveva inizialmente lanciato l'idea, come si legge in questo documento esclusivo) e lo stesso Profiti (il presidente laico del Bambin Gesù, fedelissimo dell'ex arcivescovo di Genova), di comprare il San Raffaele. Il salvataggio avrebbe dovuto essere il primo tassello di un'operazione più ardita, che comprendeva la creazione di un polo sanitario vaticano comprendente, oltre all'istituto fondato da Don Verzè, anche il Gemelli, l'Idi-San Carlo, il Bambin Gesù e la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Un colosso.
Ma con il passare dei mesi il puzzle immaginato da Bertone e Profiti è andato a farsi benedire. Il San Raffaele è finito nelle mani di Giuseppe Rotelli, Gotti Tedeschi è stato cacciato con disonore, il controllo dell'Istituto Toniolo (la fondazione che controlla la Cattolica) è finito nelle mani di un nemico giurato come Angelo Scola. Mentre ad esclusione del Bambin Gesù gli ospedali cattolici presentano conti sempre più negativi, e qualcuno rischia seriamente il crac finanziario. Oltre al dissesto del Gemelli, all'Idi-San Carlo i medici e gli infermieri vengono pagati a singhiozzo (l'ultimo stipendio ricevuto è quello di marzo), mentre l'ospedale fondato da Padre Pio, con un rosso da 90 milioni in pancia, combatte una guerra impossibile per ottenere crediti che vanta dalla Regione Puglia. Due inchieste giudiziarie della procura di Roma (una sull'Idi e l'altra sul Gemelli, dove a fine 2010 sono "spariti" 800 mila euro destinati ai ricoveri) hanno cominciato a indagare sui possibili responsabili dello sfascio.+++++++++++++++
Già. Dove sono finiti i soldi? Ricordate il suicidio dell'amministratore del S. Raffaele di Milano? Don Verzé invece è morto nel suo letto di morte naturale...
Il Vaticano, dalla breccia di Porta Pia in poi, ha forse perso il suo potere temporale, ma sull'Italia continua ad averne con una pesante ingerenza economica che, lungi dal portare soldi nelle esauste casse dello Stato Italiano, ne succhia grazie a mille leggi stabilite da politici italiani che fanno gravare sui contribuenti italiani spese che non dovrebbero loro competere.
Ora, per favorire ospedali come il Gemelli, di proprietà della Chiesa, si chiudono gli Ospedali dello Stato Italiano.
Si usa l'accetta su professionalità italiane, conquistate senza raccomandazioni di cardinali, per favorire gli ospedali di proprietà del Vaticano.
L'uso dei soldi dei contribuenti è a discrezione di gente venduta alle varie lobby sostenute da un certo ceto politico.
Tutto ciò che è semplicemente pubblico in Italia è soggetto all'attacco.
La salute della gente, dunque, è ostaggio dei poteri forti e i cittadini, ridotti a plebe e quindi inascoltati, vengono di nuovo calpestati.
Noi siamo marmaglia che deve pagare e basta e i nostri soldi debbono andare ai Partiti, agli Ospedali del Vaticano, alle scuole private gestite dalla Chiesa ecc. ecc. ecc.
Cosa possiamo fare per cambiare questa rapina? Come fare per far andare i nostri soldi dove è giusto che vadano?