La notizia, cullata nella radicata, infantile certezza d'esser vera, mi ha sempre generato non pochi problemi di dislessia sulle razze feline. Pensavo, ineccepibilmente: un popolo che addestrava i gatti per le imprese belliche, avrà avuto senz'altro l'acume necessario per selezionare una razza agile, sfuggente e soprattutto a pelo liscio e raso, per evitare di finire impigliato nelle lamine delle armature e quindi vanificare l'efficacia dell'attacco. Non me lo immaginavo, insomma, un gatto ninja con i ciuffi della coda che restano impigliati al momento del balzo o che atterra terribile sul nemico, finendo aggrovigliato e accalappiato con la propria fluente pelliccia nella bardatura avversa. Così sono andato avanti per decenni confondendo i persiani con i siamesi.
Poi, per puro caso, mentre informo la mia amica delle gesta guerriere dei gatti persiani, scopriamo questo link. E finalmente il mondo dello scibile ritrova la sua orbita naturale, mentre la mia immaginazione ne esce ridimensionata, come sempre.
"Sapendo che gli egiziani veneravano il gatto e lo consideravano sacro, i persiani inventarono un''armatura felina' : quando l'avanguardia faceva una manovra pericolosa per assicurarsi una nuova postazione, i guerrieri persiani avanzavano portandosi in braccio dei gatti vivi. Vedendoli, i soldati egiziani non se la sentivano di attaccarli per paura di ferire o di uccidere uno di questi animali sacri."
Quindi non erano belve assassine assetate di sangue, ma paciosi micioni portati in braccio e affamati di coccole e crocchette. Forse, quando il ministro Mario Mauro afferma "Per amare la pace, armare la pace", deve avere per forza in mente una qualche razza felina denominata F35. Deve essere sicuramente così, poiché non può essere sicuramente idiota.
Ordigno bellico classe Telemaco, con artigli. Retrattili.
La rivoluzione non russa, ma la pace ronfa. E se la ami ti fa pure le fusa.
K.