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Sia lodato schopenhauer, sempre sia lodato

Da Miwako
"I componenti di una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione." 
SIA LODATO SCHOPENHAUER, SEMPRE SIA LODATO
Quando ero alle superiori, ero ancora troppo giovane e ingenua per capire quanto la filosofia, la psicologia, le scienze sociali in generale, avrebbero aperto la mia mente. La cosiddetta "svolta" per me, è stata intorno ai 20, in un momento di crisi personale, ho iniziato a leggere come un'ossessa, e piano piano, tutto ciò che i miei insegnanti hanno cercato di trasmettermi, è riaffiorato da non so dove (QUASI tutto, si intende!).Quando ero alle superiori, ero ancora troppo piccola e inesperta per sapere che Schopenauer aveva esattamente ragione, troppo immatura per capire veramente la metafora dei porcospini. Ora che sono adulta (...ehm...),tutto è così spaventosamente chiaro, che sembra quasi di poterlo toccare. In parole spicce, i porcospini rappresentano il costante dualismo umano nel cercare gli altri, le relazioni, per porre rimedio alla solitudine che contraddistingue ognuno di noi, salvo poi ritrarsi una volta scoperti gli aculei degli altri, i difetti, le cose che feriscono. Qualcuno lo legge in chiave negativa, vedendoci l'incapacità di accettare i difetti degli altri, la non volontà a pagare pegno per l'amore con un po'di dolore; ma io non credo sia questo il senso, almeno non per me. I porcospini, per conformazione fisica, devono trovare la distanza ottimale tra sè e gli altri, abbastanza vicini da sentirne in calore, non troppo vicini da esserne feriti; e lo stesso vale per noi, che siamo soli per nascita, definizione e individualità, e che dobbiamo trovare negli altri ciò di cui abbiamo bisogno in termini umani, come amore, calore, amicizia, aiuto, serenità, ma dobbiamo sempre ricordarci che siamo persone uniche, diverse, irripetibili. E' chiaro, a questo punto, che esiste una giusta distanza tra sè e gli altri, e quando proviamo ad annullarla, soffriamo; e non perchè non siamo capaci di darci agli altri, di amare qualcuno completamente, semplicemente perchè, che ci piaccia o meno, prima degli altri ci siamo noi, perchè in qualche modo, stiamo soffocando la nostra individualità, ci stiamo mancando di rispetto. Ci sono rapporti in cui gli aculei non si possono evitare, come i figli, i genitori, la famiglia; ma questi, in misura moderata, ci danno l'idea di quali siano i nostri aculei oltre che quelli degli altri, ci aiutano ad imparare a gestire noi stessi e i rapporti con gli altri. O almeno dovrebbero.Ci si punge ogni tanto, si ferisce e si viene feriti, ma quando l'amore che ci lega ad una persona è forte, quando c'è la sincerità nel mostrare agli altri i propri aculei anche prima che li scoprano a spese loro, allora forse non si sente il bisogno di andare così vicino da farsi male e far male, e ciò che si sente è solo Amore, e la riconoscenza reciproca per essersi mostrati per ciò che si è, per cercare di non farsi del male.Questa, ovviamente, è solo la mia interpretazione, molti potrebbero vederci altro, ma io, che sono solo un porcospino, penso che sia giusto così.

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