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Siamo davvero alle ultime copie?

Creato il 20 aprile 2012 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Siamo davvero alle ultime copie?

Secondo Giuseppe Di Piazza i giornali di carta esisteranno finchè avranno lettori

«L’informazione stampata esisterà finchè ci saranno lettori cresciuti con i giornali». Con questa convinzione ha esordito Giuseppe Di Piazza, editorialista e responsabile delle nuove iniziative del Corriere della Sera e docente al Master in giornalismo presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, al convegno “Il futuro dei giornali di carta – Siamo davvero alle ultime copie?” che si è tenuto martedì alla Cappella Sistina di Savona. «Certo – precisa – saranno sempre meno diffusi. Il declino della carta stampata è planetario, non è un problema solo italiano, ed è dovuto a fattori quali la crescita dei canali all news e l’emergere dell’informazione digitale. Ad esempio l’Italia è il Paese con il più alto numero di periodici, ha inventato il genere, ma le vendite dal 1985 ad oggi sono calate della metà.

Non è, però, un danno per i giornalisti, che, anzi, non hanno mai avuto in passato tanti lettori quanti ne abbiano oggi. Il nostro lavoro è sempre molto valorizzato mentre lo sono poco i mezzi attraverso cui si esprime. Innanzitutto i giornali, per ragioni storiche e sociali, e poi per il fatto che l’informazione digitale gratuita ha in qualche modo viziato i lettori, in primis i giovani, che prendono le notizie dai siti web dei grandi giornali.

Un terzo dei proventi dei grandi quotidiani internazionali, come il Corriere della Sera, il Times di Londra, il New York Times o il Washington Post, arriva da Internet, dalle loro edizioni on line. Uno scenario sempre più digitale che sta tagliando fuori le generazioni più anziane ma ci vorrà ancora molto tempo perchè i giornali diventino solo digitali.

La carta stampata sopravvive dove è essenziale, ossia nelle piccole comunità, perchè è il mezzo con cui si comunicano le notizie che riguardano la cittadinanza, i suoi valori e le sue passioni. Più la stampa è locale e si occupa degli interessi delle persone, anche quelli più banali come la chiusura al traffico di certe strade cittadine, più è indispensabile, al contrario più è generale e astratta meno è importante.

Quando navighiamo in Internet troviamo di tutto. Come ci regoliamo? A cosa crediamo? Ciò che mi dà fiducia è il marchio, la testata sotto cui leggo la notizia. Se voglio sapere quando e dove il tal attore è in tournée, se lo leggo su Corriere.it mi fido, se lo leggo sul blog di uno sconosciuto che scrive mercoledì o giovedì e sbaglia l’orario mi fido meno. L’informazione precisa la trovo sotto grandi testate che mi garantiscono la qualità dell’informazione. Qualità dell’informazione significa investire e le edizioni on line dei giornali costano, però è un buon investimento.

I giornali di carta sono luogo di riflessione, approfondimento e opinione, elementi che spesso Internet non può dare proprio per la sua velocità. Se voglio essere ben informato su un fatto che accade sul momento vado su Internet e mi faccio un’idea. Sono due mezzi diversi, l’importante è riconoscere valore a entrambi

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