Con queste poche parole, dette il giorno in cui venne reso noto il gruppo di atlete da cui sarebbe uscita la nazionale rosa, il CT Salvoldi fece capire che la superfavorita Olanda della superfavorita Vos troverà pane per i suoi denti. L’obiettivo è riuscire a portare a casa ancora una medaglia per continuare il ciclo ‘metallico’ iniziato diversi anni addietro con Marta Bastianelli e che ha portato almeno una medaglia ogni stagione, tra sogni d’Olimpia e corse iridate, salvando spesso il sedere alla nostra Federciclo e dirigenti vari. Il percorso è impegnativo ma non poi così faticoso, tanto che se un’atleta dalle ruote veloci avesse una condizione molto buona, e le atlete azzurre riuscissero a tenere cucita la corsa, potrebbe capitare un finale per noi molto positivo. La qualità media del gruppo italiano è sempre alta, e con qualche anno di anticipo rispetto alla nazionale dei maschietti, Salvoldi sta coltivando quel ricambio generazional-ciclistico che Tati o non Tati tocca iniziare prima o dopo. Così, mentre il trio Ratto-Longo Borghini-Scandolara ha continuato a macinare azzurro (portando già alcune medaglie) in attesa di rivestire in maniera definitiva le mostrine di primi ufficiali, per il momento il generale Salvoldi dovrebbe avere un paio di colonnelli in corsa (tra cui una tal ciclista italiana) e un secondo ufficiale da portare verso il traguardo per cercare di acchiappare un tris iridato che storicamente segnerebbe un’epoca per il nostro ciclismo in rosa.
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Con queste poche parole, dette il giorno in cui venne reso noto il gruppo di atlete da cui sarebbe uscita la nazionale rosa, il CT Salvoldi fece capire che la superfavorita Olanda della superfavorita Vos troverà pane per i suoi denti. L’obiettivo è riuscire a portare a casa ancora una medaglia per continuare il ciclo ‘metallico’ iniziato diversi anni addietro con Marta Bastianelli e che ha portato almeno una medaglia ogni stagione, tra sogni d’Olimpia e corse iridate, salvando spesso il sedere alla nostra Federciclo e dirigenti vari. Il percorso è impegnativo ma non poi così faticoso, tanto che se un’atleta dalle ruote veloci avesse una condizione molto buona, e le atlete azzurre riuscissero a tenere cucita la corsa, potrebbe capitare un finale per noi molto positivo. La qualità media del gruppo italiano è sempre alta, e con qualche anno di anticipo rispetto alla nazionale dei maschietti, Salvoldi sta coltivando quel ricambio generazional-ciclistico che Tati o non Tati tocca iniziare prima o dopo. Così, mentre il trio Ratto-Longo Borghini-Scandolara ha continuato a macinare azzurro (portando già alcune medaglie) in attesa di rivestire in maniera definitiva le mostrine di primi ufficiali, per il momento il generale Salvoldi dovrebbe avere un paio di colonnelli in corsa (tra cui una tal ciclista italiana) e un secondo ufficiale da portare verso il traguardo per cercare di acchiappare un tris iridato che storicamente segnerebbe un’epoca per il nostro ciclismo in rosa.
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