Siamo fottuti? [sottotitolo: sì]

Che è, poi, il titolo dinamitardo dell'intervento del geofisico americano Brad Werner al convegno annuale dell'American geophysical union, avvenuto nemmeno un anno fa.
Il succo, in estrema sintesi, è: esercitare resistenza, ovvero lavorare per decostruire e disfarci dell'attuale sistema economico vigente, non è più una mera questione di orientamento ideologico, ma di pura e semplice sopravvivenza della specie. Brad Werner, come millemila altri scienziati, capoccioni e grandi parrucconi - tradotto, quei pochi che hanno la competenza per studiare, analizzare, capire e formulare ipotesi e proposte basate sulla ricerca nel campo delle scienze della terra (di certo non io, di certo non voi ché, se state qui a leggermi, invece che alla Nasa ci sarà un motivo) - ci sta dicendo che non è solo ora di darci un taglio. E' questione di vita o di morte - magari non la nostra, ma quella di quelli che verranno dopo di noi: non basta fare le farse, le operette dei super-mega-vertici globali dei lìder de 'stocazzo che si mettono a cianciare, coscienziosamente incoscienti e ignoranti come capre su tutte queste tematiche, su quale micro-iniziative varare per ridurre di uno zero virgola zerozerozeroun per cento la catastrofe in atto - che fa tanto sembrare 'ste riunioni delle grottesche chiacchiere da ascensore. No.
NON SI VORRÀ MICA ESSERE COSÌ IDEOLOGICI DA PENSARE DI CAMBIARLO QUESTO MONDO?
Fortuna che ci siamo noi, dicono gli scienziati. Laddove per noi intendono la serie di diseredati che sopravvivono alla buona in mezzo ai fumi degli scarichi, delle fabbriche, agli ogm, alla terra dei fuochi, alle trivelle della Tav, all'acqua inquinata e ai tifoni nelle Filippine. Noi che si fa resistenza, noi che s'è attivi, in un modo o nell'altro. Dire che noi siamo l'ultima speranza dell'umanità è, praticamente, condannarci fin da subito, poiché noi che si sopravvive in mezzo alla montagnola dei rifiuti siamo gli stessi che attendono con vari livelli di ansia il black friday, che bevono coca-cola, facciamo gli interventi di breast-augmentation e le risse per ispirazione calcistica, quindi cazzo, sì, se siamo fottuti.Però il punto, da non sottovalutare, è che noi, nel bene ma soprattutto nel male, facciamo pressione. Organizzare la pressione è spingere il pulsante per far decelerare l'apocalisse che ogni giorno i potenti e, nolenti, anche noi, produciamo.Questa è l'ultima era, a meno che non mettiamo la retro e ci buttiamo su quell'altra strada.

Il modello di produzione capitalistico mette a repentaglio la stabilità ecologica, leggi: la vita, ed è nostro sacrosanto dovere cercare di far frizione, di ostacolare l'anabasi.Dio è stato ucciso dalla scienza, e s'era tutti contenti.Ma la scienza ci piace fintantoché ci costruisce l'ennesimo inutile iPhone, il nuovo micro-onde o la Lamborghini de 'stocazzo.Ora la scienza ci dice che vivere così è da dissennati, da sadici, da aspiranti suicidi.Ci dice che questa civiltà, come tutte le civiltà, è una appropriazione istituzionalizzata da parte di una ristretta élite di tutto quello che è prodotto dalla massa al suo guinzaglio. Le sue (dell'élite) strutture politico-legali esistono per proteggere la sua (dell'élite) posizione di vantaggio. E oggi, nei fottutissimi anni Zero, la scienza ci dimostra che così non si può, che così è insostenibile.
Vi fa paura chiamarla rivoluzione? Bene chiamiamola sopravvivenza, così ci disfiamo dei refusi di coscienza, chiamiamola come vi pare. Ma su un punto c'è assoluta chiarezza: bisogna iniziare. Subito.
Leggete e piangete.