L’artista è chi produce arte. Per identificarlo occorre essere consapevoli d’aver prodotto un’opera d’arte. Ma come? Quando una cosa è arte? Alcuni oggetti ci piacciono, esterniamo spontanei giudizi qualitativi, ma consideriamo solo certe cose “arte”. Potremmo far riferimento a criteri, come bellezza, emozione, significato, genialità, metodo, stile. Ma sappiamo trovare le condizioni sufficienti a definire l’opera? Si può affermare che essa sia una proposta, un intento, un prodotto umano e razionale che si presta al giudizio e al gusto di un osservatore, ed è regolata da studio e norme tecniche; ma già sorgono le difficoltà. Solo nel Settecento s’iniziano a raggruppare in una “famiglia” attività prima meno connesse, dalla musica, alla pittura, alla poesia, ma il Novecento ha messo in crisi metodi qualitativi e classificatori, inventando arti e stili intimisti, astratti, liberi, e molti filosofi considerano oggi l’arte come un contesto aperto, vago. La filosofia si è arrovellata per secoli sul tema dell’arte. Platone la condannava poiché diseducativa e non veritiera. Aristotele vedeva nell’arte poetica e drammatica un mezzo pedagogico e catartico per la comunicazione delle strutture essenziali del mondo. La modernità ha visto delinearsi diverse estetiche. Per Kant l’arte è bella se ha l’apparenza di uno spontaneo prodotto della natura e si presta al giudizio disinteressato e intersoggettivo. Hegel teorizzò per la modernità una “morte dell’arte” come comunicazione di concetti. Noi siamo un’opera d’arte, la cosa più bella che la natura potesse creare, e di opere d’arte la natura ne ha fatte e ne farà! Come un albero che produce i suoi frutti, noi produciamo arte senza neanche averne la consapevolezza. Il primo organo che si forma nel grembo di una mamma è il cuore, cominciamo ad avere il ritmo cardiaco bum bum bum, musica arte. Crescendo sviluppiamo i sensi, olfatto che ci dà la possibilità di creare profumi inebrianti, gusto per produrre pietanze suculente, udito per intonare parole poetiche, vista per dipingere a nostra interpretazione qualche cosa che abbiamo visto o vissuto. queste sono una minima parte di quello che siamo in grado di fare, si perché infondo siamo delle capre destinate a diventare artisti! Il passo è breve, basta prenderne consapevolezza e piacersi, senza curarsi di quello che gli altri pensano. L’Arte è Anarchica, non ha padroni è dentro di noi. Eppure, non si può prescindere dal fatto che le esperienze artistiche, in quanto piacevoli e sensibilizzanti, sono ancora una fondamentale dimensione dell’esistenza umana, un momento in cui contempliamo, ci meravigliamo, ci fermiamo, al pensiero: «questa cosa è bella, vale la pena di viverla».
Oui je suis l’Artiste!