La Napoli hipster e bene vista da me
Miei cari,
oggi post antropologico-ironico (I don’t mean no harm) sulla fauna della cosiddetta Napoli-bene. Potete ovviamente fare questo giochino con qualsiasi altra città italiana e non, perché tutto il mondo è Paese e soprattutto perché, per grazia di Dio, la gente veramente per bene è altra.
Primo assioma della Napoli-bene: i veri membri della Napoli-bene si conoscono tutti, qualsiasi cosa essi facciano, frequentano gli stessi luoghi, vanno negli stessi negozi, fanno quasi le stesse cose, si accoppiano tra di loro per preservare il loro status.
Zone della Napoli-bene:
Napoli-bene del Centro Storico/elite culturale di sinistra: nei decumani alberga il napoletano-bene de sinistra (leggi PD), quello che fa un mestiere altamente culturale, come insegnare o fare il critico di qualcosa. In estate gira in birkenstock, in inverno in bicicletta perché è ecologico. Compra equo e solidale perché è giustamete tra i pochi che se lo possono permettere, visti i prezzi. I giovani di questa categoria sono scarmigliati, artistoidi e spesso suonano male la chitarra. Indossano jeans stracciati ma sempre Levi’s, of course o abiti vintage acquistati alla modica cifra di 150 euro al pezzo. Si muovono nel quadrilatero di Piazza del Gesù-Bellini-PiazzaFuorialKestè (ovvero davanti all’Istituto Orientale) perché per loro non esiste null’altro.
Napoli-bene di Chiaia e Posillipo: tra Chiaia e Posillipo alberga la Napoli-bene dalle idee più destrorse. Si tratta spesso di professionisti in ambiti legali, imprenditoriali e qualche volta anche scientifici, che fanno la spola tra l’ufficio e l’aperitivo al Cimmino. I giovani di codesta categoria sono denominati Chiattili, sfoggiano abiti firmati, frequentano costosi corsi di lingua riuscendo comunque a parlare come Biscardi, passano la loro esistenza nella zona di Vico Belledonne tra un vodka redbull e un prosecchino (ma ino, eh). Di tanto in tanto si nutrono di sushi.
Napoli-bene del Vomero: il Vomero, come dicono i vomeresi, non è Napoli. I napoletani-bene abitanti del Vomero hanno infatti il terrore di valicare il loro personale Vallo di Adriano, costituito da Piazza Leonardo, poiché convinti che sotto ci sia solo morte e distruzione. Il vomerese veste chic, guida una bella macchina, spesso, se giovane, coltiva diverse velleità come la musica e l’arte contemporanea, oppure fa il benestante e può essere accomunato ai Chiattilli. Spesso si muove con altri suoi simili, poiché tendenzialmente convinto che altre persone, non vomeresi, potrebbero attaccargli strani germi.
E voi? Anche nella vostra città ci sono di queste distinzioni?