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“Siamo qui per trasmettere l’esperienza acquisita a Madrid”

Creato il 04 ottobre 2011 da Nineteeneightyfour
Intervista a Mónica López,fotografa e giornalista, partecipante al movimento degli Indignati di WallStreet
“Siamo qui per trasmettere l’esperienza acquisita a Madrid”Con la protesta cittadina el’occupazione delle piazze come metodo, con la rivendicazione che le personesiano al di sopra dell’economia, gli Indignati statunitensi hanno trovato ipropri referenti nella “primavera araba” e nel 15M spagnolo. Oggi il movimento 'Occupy WallStreet', a immagine esomiglianza diquello 'Toma la plaza', sista già estendendo in vari punti della geografia nordamericana.
Mónica López, fotografa,giornalista e membro della commissione video dell’accampata di Sol, stapartecipando da due settimane al movimento degli Indignati di Wall Street.
Come ci finisce un’Indignata spagnola a Wall Street?Dopo la manifestazione del 15maggio, sono rimasta a Sol le tre settimane che durò l’accampata. Sono statanella commissione video, alla quale continuo a partecipare. Lì, mi sono unitaad altri membri della commissione per realizzare un documentario sul movimento 15M e quando abbiamo saputodell’iniziativa di occupare Wall Street, abbiamo deciso di venire a coprirla.Ed è arrivato il 17S…Il 17 settembre c’era lamanifestazione, alla quale teoricamente dovevano partecipare 20.000 persone, maall’inizio eravamo solo 300. Lì distribuirono volantini e invitarono tutti alloZuccotti Park (ribattezzato dagli Indignati Liberty Plaza) per partecipare aun’assemblea generale. In 200 circa abbiamo deciso di accamparci. Il giornodopo iniziarono a crearsi le commissioni come a Sol. In ogni angolo si vedevanopersone in circolo che facevano piccole assemblee.Un’accampata come quella di Sol?Bè, non è la stessa cosaaccamparsi in Spagna a maggio che farlo qui, fa molto freddo e piove quasitutti i giorni. Inoltre, la polizia non ci permette né di montare tende né dicoprirci con teloni per ripararci dalla pioggia. La terza notte c’era minacciadi pioggia, e quindi all’una del mattino abbiamo montato due teloni, uno perripararci e l’altro sul cibo. Sono andata a letto alle 5 e, quando hoaperto  gli occhi alle 7, ho visto tretende nella piazza. Sono stata molto felice. Mi sono detta che ormai era unavera accampata. E così mi sono messa a riprendere e a fare foto, ma in pocomeno di dieci minuti è arrivato un gruppo di poliziotti e ci ha obbligati asmontare tende e teloni. Da allora, è tutto all’addiaccio e le uniche cose cheabbiamo per ripararci dalla pioggia sono i sacchi a pelo e gli impermeabili.Quanta gente partecipa al movimento?La prima notte eravamo in 200, mala cifra è cresciuta in queste due settimane fino a 500. Le assemblee sono piùgrandi, di circa 2000 persone. Un poliziotto mi ha detto che finché nonfacciamo niente di illegale né molestiamo i vicini, possiamo restare inpiazza  tutto il tempo che vogliamo. Ilproblema è che è proibito montare tende, teloni, usare il megafono … non si puòfare niente!E voi Indignati spagnoli che avete fatto lì?Noi abbiamo creato la commissionevideo.  Abbiamo iniziato a parlare dellecommissioni che abbiamo in Spagna e le hanno create anche qui. Non avevanoniente di realizzato e adesso  hanno giàcreato la commissione di azione, infrastruttura, alimentazione e sicurezza.Siamo venuti  a passare loro un po’dell’esperienza che ci portiamo da Madrid, perché abbiamo fatto un sacco dierrori e non vogliamo che li facciano anche loro. Il secondo giorno siamoandati a cercare un generatore per avere elettricità in piazza e lavorare daqui come abbiamo fatto con la commissione video di Madrid, per non dover andarea casa a caricare la batteria dei computer o delle macchine fotografiche e peravere la connessione a internet.E hanno preso nota?Poco a poco, gli costa. Noiabbiamo raccontato loro come è successo in Spagna. Abbiamo messo su una lavagnale commissioni create a Madrid e hanno iniziato a poco a poco a svilupparel’organizzazione, l’assemblea e le commissioni. Anche se, come è normale, lo fanno a modo loro.Sono molto diversi dagli Indignati spagnoli?La società americana non haniente a che vedere. Io pensavo di avere più o meno un’immagine di comefosse,  però arrivando qui mi sonoaccorta che in realtà non ne avevo idea. È la prima volta che vengo inAmerica.  La metà di quelli chepartecipavano all’inizio erano sempre stati attivisti e l’altra metà studenti ehippies americani. Tuttavia, col passare dei giorni, hanno iniziato ad arrivarefamiglie, madri con bambini, anziani … ma soprattutto ci sono tanti giovani.Per quanto riguarda le richieste, sono più o meno le stesse ma si focalizzanomaggiormente sulle banche. Perciò è a Wall Street.Ci sono due grandi lamentele: i media e la polizia.Senza dubbio. I media non sonovenuti il primo giorno. Hanno cominciato ad arrivare la seconda sera, peròregistravano e non mandavano in onda nulla. Più tardi, quando abbiamo iniziatoad essere moltissimi di più, e soprattutto alla luce di quanto è successo ilgiorno 24 quando hanno arrestato più di cento persone usando violenza, spray alpeperoncino e reti, non hanno avuto altra possibilità se non fare eco. Inoltre,questa settimana sono venuti a trovarci vari personaggi mediatici perappoggiarci, come Michael Moore e l’attrice Susan Sarandon.Riguardo alla polizia, all’inizioho pensato che non avevo mai visto degli agenti così educati. Chiedevano tuttoper favore e con buone maniere.  Ma èdurata tre giorni. Quando ha iniziato a piovere e abbiamo provato  a mettere i teloni, hanno cominciato adarrestare la gente in modo violento. Dopo le cose sono peggiorate ancora.Suppongo che succederà come a Madrid, dove non si aspettavano che la protestadurasse ma, quando quelli in alto hanno visto che così non era, sono cambiatele cose.

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