Magazine Ecologia e Ambiente
Siamo sicuri che il nucleare sia una cosa di destra?
Creato il 17 novembre 2010 da Rita Charbonnier @ritacharbonnierLunedì scorso ho visto Vieni via con me, insieme, a quanto pare, a trenta milioni di italiani. Vi ho trovato diversi spunti, ma qui vorrei parlare del dualismo destra-sinistra (e non solo) illustrato dagli elenchi di Fini e di Bersani.
Ci è stato ripetuto fino alla noia che nel nostro tempo le distinzioni destra/sinistra hanno perso di significato, e finalmente nel corso del programma televisivo è stata ristabilita la verità: questo dualismo c’è sempre stato, e sempre ci sarà. Semplificando in modo quasi volgare, credo che qualche scintilla di verità si trovi nel paradigma destra=(Dio, Patria, Famiglia); sinistra=(Liberté, Egalité, Fraternité). E in effetti Fini ha parlato molto di Patria, anche se ovviamente in modo molto rivisto e aggiornato rispetto alla triste storia di sessant’anni fa. Ha poi evocato i concetti di solidarietà, di legalità, di autorità, di uguaglianza del punto di partenza, di meritocrazia. E fin qui ci sta tutto, anche con qualche incursione nel campo della sinistra. Non gli perdono però di aver voluto citare l’intervento militare in Afghanistan, lodando la generosità dei nostri militari che ci difendono dal terrorismo: ma chi ci crede veramente? Comunque questa è un’altra storia.
Bersani, a sua volta, è partito dalla fratellanza: “vivremmo in un mondo migliore se avessimo occhi per i più deboli”. Ha poi virato sull’uguaglianza (troppi che hanno troppo poco e pochi che hanno troppo), senza limitarla, come Fini, alle condizioni di partenza. E quindi, dopo tutto, il paradigma regge. Il resto del discorso mi è sembrato un po’ meno strutturato di quello di Fini, e un po’ più un elenco di alcuni concetti slegati fra loro. Ha parlato della nostra costituzione, del mercato e dei suoi correttivi, delle tasse da pagare, della sanità e della scuola pubbliche. Ha anche parlato della laicità e dei temi etici riguardanti la vita e la morte, cioè in effetti ha anche parlato di libertà.
Mi riconosco, e da sempre, nella sinistra, e approvo quasi tutti gli slogan di Bersani, anche se non disapprovo la maggioranza degli slogan di Fini. E allora, qual è il problema?
Bersani ha inserito nell’elenco delle cose di sinistra il rispetto per l’ambiente e l’impegno nel lasciare il pianeta meglio (bontà sua) di come l’abbiamo trovato. E fin qui sottoscrivo, anche se non mi è chiaro perché questo impegno debba essere più di sinistra che di destra, ma me ne faccio una ragione: dopotutto il movimento ecologista è stato sempre classificato a sinistra. E poi la sua antitesi, e cioè l’ideologia (che, guarda caso, è anche l’ideologia della bibbia e del cristianesimo) secondo la quale l’uomo è il padrone del creato, consegnatogli da Dio in persona, e ne fa quello che vuole, seppur all’interno dei limiti imposti dalla legge divina, è in effetti un’ideologia di destra.
Transeat. Ma poi, eccolo lì: “l’energia va risparmiata e rigenerata, sgombrando la testa da fantapiani nucleari”. Sic.
Che l’energia vada risparmiata e rigenerata (si parla forse delle energie rinnovabili?) è un’affermazione di buon senso: non è, questa sì, né di destra né di sinistra. Forse è di destra ritenere che l’energia vada risparmiata per quanto le leggi del libero mercato lo impongono, mentre è di sinistra pensare che il risparmio vada incentivato (dallo stato) al di là del puro ritorno economico immediato. E quindi, ancora una volta, mi troverei a mio agio nel campo della sinistra, anche se di una sinistra un po’ utopica.
Ma perché quell’affondo sui “fantapiani” nucleari? Il nucleare è di destra? Forse la maggioranza delle persone risponderebbe di sì, e per almeno due motivi. Uno è connesso con il peccato originale del nucleare: la bomba atomica. L’altro è connesso con la teoria secondo cui realtà grandi e complesse come le centrali nucleari possono essere gestite solo in presenza di un’autorità statale forte fino alla prevaricazione dei singoli. Ecco quindi che si presentano gli ammiratori del “piccolo è bello”, del modulare, dell’autoprodotto.
E allora io sarei di destra: le grandi imprese dell’umanità mi affascinano, a partire dalle piramidi, fino alla conquista della luna e oltre...
Ma su un piano più razionale bisognerebbe considerare che il nucleare, fino a quando non si potrà dimostrare che possiamo accontentarci di sole fonti rinnovabili, è l’unica risposta possibile alla necessità di ridurre la nostra produzione di gas serra. Qui si verifica un fatto curioso. La necessità di ridurre il riscaldamento globale è normalmente invocata da sinistra, mentre a destra si tende a negare l’origine antropica del problema, talvolta con il vergognoso sostegno di prezzolati delle compagnie petrolifere. E nonostante ciò, il nucleare, che offre una soluzione radicale, “non è di sinistra”.
Ma la razionalità non presiede purtroppo alla base delle azioni dei singoli, figuriamoci se può guidare la storia. Vi ricordate di Michel Rocard, del partito socialista francese, l’erede mancato di Mitterrand? Disse, forse trenta anni fa, una frase memorabile: « nous remercions la gauche italienne, qui, de par son attitude vis-à-vis du nucléaire, nous permet d’augmenter nos exportations d’éléctricité ». [Siamo grati alla sinistra italiana che, grazie alla sua ostilità al nucleare, ci permette di aumentare le nostre esportazioni di elettricità.]
Testo di Leonardo Presciuttini, ingegnere nucleare.
Foto : AZRainman, HeyRocker
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