Rivoluzione a Miss Italia
vietati piercing e ritocchi
Un nuovo decalogo di regole rivoluziona i canoni estetici, impedisce di barare, e in fondo anche di omologarsi e di uniformarsi al modello unico di bellezza. E un benvenuto alla taglia 44: la miss ideale non deve rincorrere il mito della magrezza. Il diktat del concorso: devono leggere libri e giornali
di LAURA LAURENZI
LA PRIMA REGINETTALucia Bosè è la prima reginetta del concorso. Ha 16 anniPUO' e deve essere fiera dei suoi giusti chili. "Cerchiamo una reginetta anticrisi, dalle linee morbide e rassicuranti", spiegano gli organizzatori. Non a caso alle prefinali arriveranno almeno diciannove concorrenti che portano la 44, una per ogni regione: presenze garantite dal concorso, una sorta di "quote rosa" riservate alle non magre, protette come panda, anzi, rilanciate.
Ma la vera novità è il decalogo anti chirurgia plastica, nella stagione in cui tante ragazze chiedono come regalo dei 18 anni un seno nuovo. Vietato imbrogliare, no all'"aiutino" e al ritocco: non c'è trucco e non c'è inganno. Il concorso di bellezza che più di ogni altra manifestazione nazionalpopolare dovrebbe rispecchiare l'evoluzione del gusto inverte la rotta.
A poche settimane dalla finale, in programma il 19 settembre a Montecatini, dopo seicento selezioni regionali in altrettante piazze italiane gli organizzatori dettano una sequela di regole che sembra un bollettino di guerra. Una valanga di no assai complicata da aggirare. No alle ragazze rifatte & plasticate: bocciati i seni finti, le bocche gonfiate, i falsi nasi all'insù. No anche ai tatuaggi, se troppo visibili. No, no e no al piercing e - la tavola delle leggi parla chiaro - no anche alle lenti a contatto colorate, no alle extensions nei capelli, no alle unghie ricostruite o iperdecorate, no ai vestiti troppo corti e troppo scollati, no ai bikini formato tanga, no ai tacchi sopra gli otto centimetri, no a tutto quel che vi rende vistose, trasgressive, e dunque volgari.
Certo se queste proibizioni fossero applicate alle signore che affollano i nostri programmi televisivi, accendendo il telecomando ci troveremmo di fronte al vuoto pneumatico: tutte disoccupate, tutte a casa. E nel cinema idem. Ma la tendenza, o meglio la controtendenza, adesso è questa, molto in linea con la crociata anti botox intrapresa da Kate Winslet a Hollywood: semplicità, naturalezza, sobrietà, fuga dagli eccessi. "In tempi di crisi tutti dobbiamo adeguarci, anche le ragazze del concorso, con un comportamento e un atteggiamento ispirati alla moderazione. Mi piacerebbe che la nuova miss Italia avesse grazia e pudore. Sogno anche un ritorno all'immagine creata da altre miss: Lucia Bosè, Silvana Mangano, Sofia Loren, ragazze belle così com'erano, senza artifici e camuffamenti, non contaminate dalle mode", osserva l'organizzatrice della manifestazione Patrizia Mirigliani, da cui sgorga questa lista di divieti draconiani che lei preferisce definire suggerimenti o regole di bon ton.
Dunque un rifiuto in blocco della bellezza trash in push up e perizoma così diffusa in televisione, a favore di un look bon chic bon gendre. E si rispolvera un concetto dimenticato, una parola desueta, antica: pudore. Non a caso proprio ieri è stata squalificata dal concorso - buttata fuori senza troppi complimenti - una finalista, Miss Wella Veneto Alice Bellotto, colpevole di essere comparsa nuda su Internet. Tutto cambia perché niente cambi? Questo l'identikit della miss nell'era della new austerity. Preparata, raffinata, con uno stile personale e soprattutto senza alterazioni fisiche: la miss Italia ideale deve essere nature ma anche colta e informata. Regola numero uno: deve leggere almeno un quotidiano al giorno, per sapere anche di politica e non solo di gossip. Regola numero due: deve leggere almeno tre libri l'anno in modo da crearsi "un piccolo ma importante bagaglio culturale"; fra i titoli consigliati "Madame Bovary", "Anna Karenina", "Orgoglio e pregiudizio" ma anche "Acciaio" di Silvia Avallone.
Regola numero quattro: no all'uso indiscriminato del cellulare e degli sms. Regola numero dieci: "I tacchi vanno indossati solo se il contesto lo permette e se si è certe di mantenere un'andatura elegante tutto i tempo". Altro consiglio: "Si tenga bene a mente che saltare i pasti non è un buon esercizio! La fame fa ingrassare e i digiuno è pericoloso".
L'anno della svolta fu il 1990, quando il presidente della giuria Maurizio Costanzo decise di abolire, perché non dignitosa, la consuetudine di prendere le misure alle concorrenti: fu così che il canonico e aureo 90-60-90 cui quasi nessuna finalista più corrispondeva finì in soffitta. Quel che oggi si cerca e si rincorre è la bellezza "artigianale" e soprattutto ciò che non si misura in centimetri o in chili: la classe e la personalità.Su FACEBOOK è stato proposto questo articolo dalla pagina ufficiale di ELENA MIRO', e dopo aver letto qualche commento un po' così, ho deciso di intromettermi nella discussione. Una utente ha dichiarato di essere favorevole all'ammissione delle ragazze con taglia 44 al concorso perchè una ragazza con taglia 44 non è da considerarsi grassa...un'altra dice che le 44 sono molto più armoniose...un'altra afferma che queste sono le vere donne e che siamo tutti stanchi dei manici di scopa e Elena Mirò, che si scopre essere diventata partner di Miss Italia, risponde dicendo che anche grazie al loro impegno ($$$$$$$) quest'anno il concorso apre le porte a ragazze con delle curve in più e che sono anni che si battono per tutte quelle taglie che non vengono considerate dal sistema moda e che ora finalmente si comincia a capire che la bellezza può essere ed è anche altrove.
Io personalmente, come ho detto anche nella conversazione su FB, reputo tutto ciò una enorme presa per i fondelli. Partendo dal presupposto che una gara di bellezza tra donne come Miss Italia e come tutte gli altri concorsi di bellezza sono paragonabili a una corrida. Ci lamentiamo tanto della mercificazione del corpo femminile, dello sfruttamento e Miss Italia che cos'è?! Chi è in grado di giudicare se una ragazza è più bella di un'altra?! Quali sono i criteri di giudizio?! Una ragazza dice di aver partecipato alle selezioni provinciali del concorso per poi sentirsi dire che non avevano i body e i vestiti "per quelle come loro" e che sono state costrette quindi ad indossare body in taglia 40 riconoscendo che la loro situazione con addosso quel "coso" era penosa! Alla fine si tratta solo di cercare ragazze magre ma con le ossa del bacino larghe per avvicinarsi a una 44.Ovviamente sono arrivati tanti altri commenti con tante altre esperienze di DONNE VERE, stanche di essere considerate balene nei negozi di abbigliamento anche solo se si chiede una 46 e io personalmente sono stanca di vedere milioni di cataloghi di Case di Moda che producono abiti fino alla 60/62, con modelle che porteranno al massimo la 46. Fatemi vedere una bella 52 come ti riempie un paio di jeans o una bella 5° di seno come porta una maglia scollata...QUESTE SONO LE DONNE VERE!!!