Magazine Cinema

Siamo tutti inquilini

Creato il 06 febbraio 2011 da Robydick
Siamo tutti inquilini1953, Mario Mattoli.
Ecco un altro super-classico della coppia Aldo Fabrizi e Peppino de Filippo, altro pezzo da amatori come il "Signori, in carrozza!" recensito poco tempo fa.
Fabrizi è il portiere di un condominio da borghesia medio-alta: dentisti, dirigenti, avvocati, anche una entreneuse ma alquanto distinta. Solo 10 appartamenti, ognuno con una persona di servizio. Uno di questi è abitato però da una ex cameriera, che lo ha ricevuto in eredità dai precedenti proprietari. Fa fatica a pagarne le spese e il perfido amministratore sta facendo di tutto per inguaiarla, con doppi fini. Fabrizi sarà il suo tutore, e coinvolgendo con espedienti tutti gli inquilini che normalmente evitano le riunioni condominiali, più qualche altro personaggio colorito tra quelli che ruotano attorno al palazzo, per quanto semplice portiere riuscirà a condurre un'efficace battaglia contro l'amministratore.
E' una piacevolissima commedia leggera, con Peppino che fa la parte dello scroccone-ladro come nel film prima citato, simpaticissimo come sempre. Con lieto fine d'ordinanza, la faccia sorride quasi sempre durante la visione quando non ride, roba che allieta. Eppure... non è tutto così "leggero", ci sono diversi momenti dove arrivano, ad uno spettatore un minimo attento, diverse piccole stoccate di satira sociale, come quando Fabrizi discute con un ambulante davanti all'ingresso riguardo un manifesto politico incollato sul muro circostante: ce ne vorrebbero 2 di cartelli, dicono, uno per una parte ed uno per la parte avversa, poi magari metterne uno in mezzo ai 2; o anche quando si cerca di ottenere un prestito in banca senza successo perché la ragazza non possiede nulla: ma secondo lei se la ragazza aveva i soldi ve li veniva a chiedere a voi? - gli risponde Fabrizi.
Piccolezze? Dipende come si guarda il film, se non ci si dimentica a quale pubblico era rivolto e l'anno d'uscita. Secondo me non lo sono del tutto, e poi diciamolo, la satira sociale a cui mi riferivo permea tutta la storia, non solo singoli episodi, ed è soprattutto rivolta alla pavidità della borghesia grassa e conservatrice, incapace di perseguire un ideale che sia uno! Sarà un semplice portiere a mettersi in gioco per aiutare la ragazza, disinteressatamente come un padre di famiglia e rischiando il posto di lavoro. "... tanto, cos'ho da perdere io? mi cerco un'altra portineria e lavoro lo stesso..." dice, mentre quelle mezze calzette, benestanti quanto rammollite, sono schiave delle loro piccole cose, della loro sicurezza economica, ed hanno paura a compiere il benché minimo gesto d'umanità.
Lo consiglio senza indugi, m'è piaciuto ed è volato via nella visione.
Non so cosa ne dicano i grandi critici, non ho indagato a riguardo. Io quando vedo il nome Aldo Fabrizi come regista o in un cast il film me lo guardo sicuramente prima o poi. Lo stimo troppo, ha qualcosa di sano e popolare addosso che mi piace troppo.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines