Vengo da una piccola città. Al meno era piccola quando ci sono vissuta. E in una piccola città findelmondana 40 anni fa, succedeva che tutti in qualche modo si conoscevano, e quando s'improvvisavano gesti rarefatti si veniva guardato con sospetto. La gente, seduta fuori di casa a prendere fresco nelle sere umide d'estate, aveva un sensore delicatissimo per fiutare ciò che non era autentico: Se eri vestito troppo ricercato, se parlavi con modi studiati, se portavi la barba troppo accurata, una camminata pompata da un fiato sospeso, insomma, se avevi una nevrosi troppo evidente, venivi catalogato come un " boludo ", termine che raggruppa qualcosa di stupido con qualcosa di finto.
Da dieci anni vivo a Milano, una città che potrebbe essere il manuale pratico della nevrosi. E più di una volta mi capita di guardare qualcuno (anche nello specchio) e di pensare "que boluda" o "que boludo".
Fino a poco tempo fa nello stereotipo da supermercato pantaloni attillati-stivali in vista-borsetta firmata appesa all'avanbraccio della mano inutile-labbra gonfie-lunghi cappelli lisci-auricolare del telefono appeso-telefonata infinita tra le gondole, si aggiungeva sempre il gambo dell'occhiale messo distrattamente in bocca dalla mano "utile", mentre lo sguardo pensieroso si posava sulle marmellate a dibattere fragola o lampone?.
Da qualche giorno ho notato un cambiamento sul quale vorrei tenervi aggiornati, nel caso potesse tornarvi utile. Gli occhiali non si portano piu' in questo modo, si lasciano agganciati alle orecchie, ma smontati dal naso e appoggiati sui baffi, bocca o mento, a seconda della montatura e della lunghezza del vostro viso. In visi troppo corti a volte non è praticabile, mentre ci sono menti a balcone che sono perfetti. E' imprescindibile che le piccole vite degli occhiali siano ben strette perché le gambe (degli occhiali) debbono abbracciarvi stretti dietro le orecchie, come se vi amassero, altrimenti rischiate che la montatura, per quel famoso e ahimè insormontabile effetto della gravità, scivoli e si frantumi davanti ai vostri piedi. Questa nuova tendenza vi permetterà di camminare tra le gondole, consultare il vostro profilo facebook per strada, o nel migliore dei casi, salutare qualcuno guardandolo negli occhi.
Oggi nella mia piccola città natale findelmondana il termine " boludo" è cresciuto, e pur conservando in parte il suo significato originale, è diventata tante altre cose, una parola tenera, un saluto tra amici, espressione di sorpresa, di allegria di rivedersi, di rimprovero dolce, di mea colpa, dipende da chi lo dice, a chi lo dirige e in che tono. Sarà che tutti abbiamo una qualche paura dalla quale proteggerci, a volte con qualcosa di stupido e qualcosa di finto, e spero sempre di più con qualcosa di tenero, di amico, di sorprendente, di dolce, di mea colpa, che le strade pericolose è sempre cosa buona attraversarle mano nella mano.