Le ricerche archeologiche, anticipate da una campagna di prospezioni, effettuate a Marsala, presso il Parco archeologico di Capo Boeo, sotto la direzione della Soprintendenza per i beni culturali di Trapani, e guidate da Rossella Giglio, nel 1999, 2002, 2004, 2005, 2008, 2010-2011, hanno consentito di indagare le dinamiche insediative della città antica con eccezionali risultati. Questi ritrovamenti confermano oggi l’immenso potenziale archeologico di Lilibeo splendidissima.Nell’attuale viale Vittorio Veneto è stato riportato alla luce, in diverse tranche 1999, 2002, 2004, 2008, 2010-2011, un largo tratto del selciato del decumanus maximus; inoltre, sono state riconosciute le unità abitative nella griglia regolare di decumani che si intersecano con i cardi. L’iscrizione – scolpita sulle lastre del pavimento stradale, in cui è menzionato il praetor designatus – testimonia che quest’area della città era il centro urbanistico; una seconda iscrizione ricorda che Stertinius, attorno alla metà del secondo secolo dopo Cristo, ha lastricato a sue spese la grande strada, citata come platiam aeliam.Nella zona del decumano, tra la fine del quarto e il quinto secolo dopo Cristo è attestato un uso funerario, testimoniato da un edificio religioso monumentale absidato con due sepolture a cassa contigue e iscrizione dipinte in greco, riportato alla luce nel 2002. Le due tombe, Tomba della Speranza e Tomba della Vita, risalenti al sesto secolo dopo Cristo, hanno un’enorme importanza documentaria.Un altro ambito di ricerca riguarda le fortificazioni costiere, che presentano anche porte e torri: nel 2002 e nel 2008 è stata confermata la presenza di una massiccia costruzione fortificata ad andamento curvilineo, parallelo alla costa, in linea con il muro individuato nel 1897 dal Salinas; un’altra campagna nel 2004 ha verificato il percorso del fossato connesso con le fortificazioni, poi studiate da una équipe congiunta delle Università di Palermo e di Amburgo. Inoltre, nella zona delle fortificazioni costiere, le indagini 2011-2012 hanno rivelato la presenza di un complesso termale, conservato perfettamente, solo parzialmente riportato alla luce.Numerosi lavori di manutenzione e restauro, costanti anche se non regolari, hanno interessato l’area scoperta dal 1939 e nota come Insula I. All’incrocio che delimita l’angolo nord-orientale è stata individuata nel 2008 un’iscrizione latina che menziona un tempio dedicato a Ercole. Nella zona indicata come Insula II è stato riportato alla luce nel 2008 un imponente complesso culturale, il primo ritrovato a Lilibeo, datato tra la fine del II a.C. e il secondo secolo dopo Cristo. La struttura consta di varie stanze pavimentate a mosaico: dall’ambiente centrale proviene una statua di marmo frammentaria rappresentante una figura femminile associabile al culto di Iside. La scoperta di un’iscrizione in greco su un frammento di colonnina in marmo, con dedica alla dea, rafforza l’esistenza di un luogo dedicato a Iside.L’altro monumento rappresentativo dell’area è la Chiesa di San Giovanni Battista al Boeo, edificata su ambienti ipogeici e una sorgente, oggetto di un culto oracolare. Gli scavi hanno mostrato una ricchissima stratigrafia (strutture di epoca bizantina, resti di edifici di età tardo-imperiale) anche all’esterno dell’edificio. La scoperta nel 2005 della statua in marmo di Venere (seconda metà del II d.C.), rimpiegata in un muro medievale, è coeva ai lacerti pavimentali della stanza circolare della grotta.(origine foto http://it.wikipedia.org/wiki/File:Skaskaska.JPG)
Magazine Cultura
Le ricerche archeologiche, anticipate da una campagna di prospezioni, effettuate a Marsala, presso il Parco archeologico di Capo Boeo, sotto la direzione della Soprintendenza per i beni culturali di Trapani, e guidate da Rossella Giglio, nel 1999, 2002, 2004, 2005, 2008, 2010-2011, hanno consentito di indagare le dinamiche insediative della città antica con eccezionali risultati. Questi ritrovamenti confermano oggi l’immenso potenziale archeologico di Lilibeo splendidissima.Nell’attuale viale Vittorio Veneto è stato riportato alla luce, in diverse tranche 1999, 2002, 2004, 2008, 2010-2011, un largo tratto del selciato del decumanus maximus; inoltre, sono state riconosciute le unità abitative nella griglia regolare di decumani che si intersecano con i cardi. L’iscrizione – scolpita sulle lastre del pavimento stradale, in cui è menzionato il praetor designatus – testimonia che quest’area della città era il centro urbanistico; una seconda iscrizione ricorda che Stertinius, attorno alla metà del secondo secolo dopo Cristo, ha lastricato a sue spese la grande strada, citata come platiam aeliam.Nella zona del decumano, tra la fine del quarto e il quinto secolo dopo Cristo è attestato un uso funerario, testimoniato da un edificio religioso monumentale absidato con due sepolture a cassa contigue e iscrizione dipinte in greco, riportato alla luce nel 2002. Le due tombe, Tomba della Speranza e Tomba della Vita, risalenti al sesto secolo dopo Cristo, hanno un’enorme importanza documentaria.Un altro ambito di ricerca riguarda le fortificazioni costiere, che presentano anche porte e torri: nel 2002 e nel 2008 è stata confermata la presenza di una massiccia costruzione fortificata ad andamento curvilineo, parallelo alla costa, in linea con il muro individuato nel 1897 dal Salinas; un’altra campagna nel 2004 ha verificato il percorso del fossato connesso con le fortificazioni, poi studiate da una équipe congiunta delle Università di Palermo e di Amburgo. Inoltre, nella zona delle fortificazioni costiere, le indagini 2011-2012 hanno rivelato la presenza di un complesso termale, conservato perfettamente, solo parzialmente riportato alla luce.Numerosi lavori di manutenzione e restauro, costanti anche se non regolari, hanno interessato l’area scoperta dal 1939 e nota come Insula I. All’incrocio che delimita l’angolo nord-orientale è stata individuata nel 2008 un’iscrizione latina che menziona un tempio dedicato a Ercole. Nella zona indicata come Insula II è stato riportato alla luce nel 2008 un imponente complesso culturale, il primo ritrovato a Lilibeo, datato tra la fine del II a.C. e il secondo secolo dopo Cristo. La struttura consta di varie stanze pavimentate a mosaico: dall’ambiente centrale proviene una statua di marmo frammentaria rappresentante una figura femminile associabile al culto di Iside. La scoperta di un’iscrizione in greco su un frammento di colonnina in marmo, con dedica alla dea, rafforza l’esistenza di un luogo dedicato a Iside.L’altro monumento rappresentativo dell’area è la Chiesa di San Giovanni Battista al Boeo, edificata su ambienti ipogeici e una sorgente, oggetto di un culto oracolare. Gli scavi hanno mostrato una ricchissima stratigrafia (strutture di epoca bizantina, resti di edifici di età tardo-imperiale) anche all’esterno dell’edificio. La scoperta nel 2005 della statua in marmo di Venere (seconda metà del II d.C.), rimpiegata in un muro medievale, è coeva ai lacerti pavimentali della stanza circolare della grotta.(origine foto http://it.wikipedia.org/wiki/File:Skaskaska.JPG)
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