Sicilia: i primi no a Forconi e Forza d’Urto arrivano da CIA, Codacons e Confidustria

Creato il 18 gennaio 2012 da Yellowflate @yellowflate

In Sicilia continuano le proteste ed i blocchi organizzati dal movimento dei Forconi e da Forza d’Urto, qua e là risse e persino coltellate. Intanto l’isola è bloccata per il terzo giorno di seguito. Così interviene Giuseppe Richici, leader della protesta degli autotrasportatori di Forza d’Urto dell’Aias,”Ci stanno sottovalutando, il governo doveva fare qualcosa prima del 16, quando abbiamo iniziato la mobilitazione”. Una minaccia sensata forse, ma anche no. Intanto i presidi sono aumentanti ma le critiche politiche di medesime organizzazioni di settore cercano di spiegare quel che accade e così la Confederazione italiana agricoltori ed il Codacons chiedono l’intervento delle autorità “per garantire la libera circolazione di merci e persone”. Le due associazioni manifestano la disapprovazione ”per i metodi di attuazione della protesta, che ledono le libertà e i diritti dei siciliani, arrecando loro un danno ulteriore invece di agevolarli e procurare miglioramenti nelle condizioni generali di vita”.

Palermo è blindata, tutta l’area attorno al porto è presidiata. Secondo quel che scrivono Codacons e Cia ”lo sciopero e il conseguente blocco impediscono la circolazione non solo delle merci ma anche delle persone e stanno creando notevoli difficoltà allo spostamento dei cittadini, ottenendo l’effetto di penalizzare ulteriormente la Sicilia, la sua fragile economia e in particolare la commercializzazione dei prodotti agricoli siciliani”.Intanto Martino Morsello, rappresentante del “Movimento dei Forconi” che promuove la protesta, ha spiegato che la manifestazione è il segno di una “volontà di rinascita siciliana. Finchè la politica e la classe dirigente resteranno sorde al grido di disperazione e di rivolta dei lavoratori  scenderemo in piazza per esprimere il nostro disagio”.

Chiedendo le dimissioni del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, Morsello ha anche annunciato “la possibilità di portare la protesta e le migliaia di manifestanti, davanti al portone di Palazzo d’Orleans”, sede del governo regionale siciliano.

Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia boccia senza appello la protesta: “Ci sono due cose che noto, purtroppo Da un lato ci sono evidenti strumentalizzazioni politiche di demagoghi in servizio permanente effettivo, dall’altro credo che all`interno di alcune frange dell’iniziativa ci siano realtà criminali organizzate che mirano a far saltare tutto”, “protestano contro la crisi, ma nel modo peggiore, perché così si rischia di dare il colpo letale a un’economia siciliana già fragilissima, che adesso è in piena recessione. Molte aziende hanno difficoltà di accesso al credito, le amministrazioni pubbliche pagano nella migliore delle ipotesi a otto-dodici mesi, il Pil è in calo drammatico. E loro cosa fanno? Bloccano i trasporti. Il colpo finale”.


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