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Sicilia: incendio al Raffineria Eni di Gela, M5S “Gli incidenti nei petrolchimici siciliani una tremenda costante”

Creato il 16 marzo 2014 da Giornalesiracusa

incendio petrolchimico

News Siracusa: nella mattinata di sabato 15 marzo un incendio si è sviluppato nell’isola 7 della Raffineria Eni di Gela. La causa è stata una perdita nell’area tubazioni di collegamento degli impianti topping 1 e coking 1. Dopo circa trenta minuti dall’intervento dei Vigili del Fuoco l’incendio è stato sedato. Ma la folta coltre di fumo sprigionatasi ha immediatamente allarmato i cittadini gelesi. La Procura della Repubblica ha aperto un indagine per chiarire colpe e cause.

petrolchimico
Immediata la reazione delle forze politiche e delle associazioni ambientaliste. Emanuele Amato, presidente dell’associazione ambientalista “Amici per la Terra” , ha affermato che la raffineria non è sicura e lo dimostrano i continui versamenti, incendi e altre problematiche di recente data. L’impianto viene definito una bomba ad orologeria che deve essere costantemente monitorata e controllata con severe prescrizioni. Dal Movimento 5 Stelle arriva un commento altrettanto duro, nel comunicato stampa dichiarano: “Basta con false promesse e vuoti giri di parole. Gli incidenti nei petrolchimici siciliani sono ormai una tremenda costante.

I cittadini non possono e non devono più tollerarli, si ribellino e chiedano i danni, noi li sosteremo in qualsiasi modo”. “I danni all’ambiente, però ci sono – afferma il presidente della commissione Ambiente dell’Ars , Giampiero Trizzino – e continueranno a scontarli nel tempo gli abitanti dei centri vicini. Qualche giorno fa era successa la stessa cosa a Siracusa, all’interno dell’altro polo industriale. E’ un anno che chiediamo maggiori controlli ed un programma di dismissione progressiva degli impianti. Vedremo come si giustificheranno questa volta. Intanto i polmoni dei siciliani ringraziano”.

Se negli anni Sessanta il fiorire dei petrolchimici a Gela, Priolo e Milazzo era stato visto come una nuova opportunità di lavoro per migliaia di siciliani, adesso questi sono diventati luoghi di morte per le continue esalazioni che lasciano nell’aria. Basta controllare i dati relativi alla mortalità nelle varie zone per rendersi conto di ciò. I continui sversamenti e incendi come quello di qualche settimana fa nello stabilimento di Priolo mostrano una situazione allarmante che necessita di maggiore controllo.


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