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Sicilia: Indennità a politici

Creato il 17 agosto 2011 da Madyur

In Sicilia non importa se sei in carcere o agli arresti domiciliari, se eri un consigliere hai diritto ad un compenso regolarmente assicurato. L’Ars, l’Assemblea Regionale della Sicilia, ai suoi inquilini, colpiti da provvedimenti restrittivi, non ha smesso di garantire un oneroso compenso: seimila euro lorde al mese. Che significa minimo tremila euro nette  al mese.
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E’ la metà dell’indennità concessa a tutti i consiglieri regionali. E’ una cifra considerevole, se ragguagliata a quella di altri stipendiati della pubblica amministrazione. Ma soprattutto l’onorevole riesce a goderne senza raggiungere il posto di lavoro. Un beneficio figlio di norme generali e astratte, ma soprattutto di concessioni particolari che discendono dall’ordinamento speciale dell’isola.


Il contributo si chiama “assegno alimentare ” e la sua esistenza è stata istituita dal 1990. E’ del 1996 la delibera del consiglio di presidenza che ne determina l’entità. Di questo beneficio ne hanno goduto quattro deputati siciliani finiti agli arresti in un periodo travagliato per la politica dell’isola: 27 indagati, fra i banchi siciliani.

Il primo a finire in carcere è stato Fausto Fagone, esponente del Pid del ministro Saverio Romano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, in un inchiesta che coinvolge anche il governatore Lombardo. Fagone ha percepito l’assegno familiare da novembre a maggio, quando si è dimesso. Il deputato Salvo Giuffrida percepisce regolarmente diecimila euro netti al mese. Nino Minardo, dell’Mpa di Lombardo, prende lo stipendio dimezzato anche se agli arresti domiciliari per truffa, ed essere stato sospeso e sostituito.

L’elenco dei parlamentari fantasma non finisce qui. Caterino De Luca , leader di un movimento autonomista è stato agli arresti domiciliari( per quasi un mese )  con l’accusa di concussione e abuso d’ufficio. L’Ars gli ha pagato l'o stipendio per intero , in attesa che i magistrati notificano l’applicazione della misura cautelare e la sua successiva revoca.

Infine Gaspare Vitrano del Pd, colto in fragrante mentre prendeva una mazzetta. Dall’11 marzo  al 3 agosto ha percepito l’assegno alimentare: una spesa ulteriore per l’Ars, dato che ha dovuto pagare anche il suo sostituto. Intanto Vitrano ha riconquistato il titolo di onorevole e l’indennità piena. Ma all’Ars non può andare perché i magistrati hanno imposto il divieto di soggiorno in Sicilia. Vitrano, che proclama la sua innocenza, si è limitato a rinunciare al suo compenso extra : 3316 euro lordi in qualità di deputato segretario. Ma tre le entrate del deputato Pd c’è una diaria di 3500 euro, per rimborso elle spese di soggiorno a Palermo.


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