News Sicilia: oggi vogliamo raccontarvi una piccola storia, una sorta di favola moderna senza streghe e principi azzurri. C’era una volta uno splendido palazzo nel centro di Palermo, occupato da cavalieri eletti dal popolo e tormentato dalla presenza di un fantasma molto particolare: quello di un vicepresidente dell’Ars mai eletto. Nonostante gli sforzi di tutti, soprattutto dei già citati cavalieri, di porre fine alla maledizione, quel benedetto fantasma non voleva proprio saperne di lasciare in pace la produttiva assemblea regionale, e continuava a bloccarne per mesi i lavori aspettando che qualcuno giungesse a liberarlo dall’incantesimo. Forse raccontata in questo modo siamo riusciti a depotenziare l’assurdità di quello che si sta verificando da oltre due mesi a Palazzo dei Normanni.
L’elezione del vicepresidente dell’Assemblea regionale, figura per la prima volta nell’ordine del giorno dei lavori dell’Ars il 16 settembre 2014. Due mesi di rinvii, di conferenze, di riunioni e di lavori inutili. Tantissimi “nulla di fatto” che hanno avuto come conseguenza principale quella di bloccare il resto dell’attività dell’Ars, troppo impegnata in tale gioco di cariche per poter sviluppare disegni di legge e misure utili per la Regione.
Per fare un esempio concreto, a causa dell’ennesimo rinvio di una settimana, l’assemblea regionale non potrà di fatto approvare né discutere alcun tipo di intervento in merito al caso delle famose, quanto tristi, trivelle che minacciano il territorio siciliano, discussione fissata per giorno 26 novembre.Troppo presto!
Ma anche alla faccia di bronzo c’è un limite. E “l’andamento lento” dell’Ars, per citare un successo anni ’80, sta mettendo in imbarazzo gli stessi deputati. Tra di essi anche Vincenzo Vinciullo, il quale non esita a definire l’ultimo rinvio come: “Una settimana di ferie vergognose”.
Già, e tra ferie, rinvii, conferenze e altro, l’Assemblea regionale ha lavorato solo 38 ore negli ultimi 100 giorni, concludendo ben poco. Anzi, a pensarci bene è riuscita a fare qualcosa di utile: mettere da parte i fondi necessari per garantire l’indennità di funzione del vicepresidente, il famoso fantasma di cui parlavamo all’inizio. Aspettiamo fiduciosi il lieto fine.