Notizie Sicilia: la lotta alla Mafia si può pianificare, quella alla “cattiva burocrazia” no. Questa in sintesi la tesi di Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, il quale si scaglia violentemente contro il sistema burocratico siciliano accusandolo di essere la prima causa del fallimento di molte aziende del territorio: “Per l’impresa i mali assoluti sono due: prima la burocrazia e poi la mafia. Anzi, i costi della criminalità organizzata si possono pianificare. Quanto costa, infatti, il pizzo? Mille euro, 1500 euro al mese? Si può pianificare. Per questo è difficile combattere la mafia. Incalcolabile, invece, è il costo della burocrazia“. Dichiarazioni che non possono lasciare indifferenti, se lette alla luce dell’attivo impegno di Montante nella lotta al racket.
Il presidente di Confindustria Sicilia spiega: “Quanto ci vuole, a esempio, per avere un nulla osta? La burocrazia può portare alla crisi e alla morte delle imprese occorre su questo fronte un intervento deciso dello Stato” e ancora “il costo che un imprenditore non può pianificare è proprio quello della burocrazia e degli imbuti creati ad hoc nei quali si insinua anche la mafia. Chi decide di investire in Sicilia, paradossalmente, teme più la burocrazia della mafia, perché quest’ultima sa di poterla combattere grazie al sostegno di magistratura, forze dell’ordine e associazioni, la seconda è più subdola”.
Secondo Antonello Montante sarebbe dunque quanto mai necessario un intervento da parte delle istituzioni finalizzato allo snellimento, e all’abbattimento, dei tempi morti della burocrazia, permettendo in tal modo a piccoli e medi imprenditori di pianificare al meglio la loro attività. Indubbiamente parliamo di concetti assolutamente condivisibili, ma forse il paragone con la Mafia poteva essere evitato. Siamo veramente sicuri che per i piccoli imprenditori siciliani sia davvero “pianificabile” una spesa come il pizzo in questo preciso momento storico ed economico? Non è forse la paura di estorsioni, prima ancora della mala burocrazia, il peggior deterrente per le iniziative imprenditoriali di molti giovani siciliani?