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Siciliani si nasce

Creato il 18 maggio 2010 da Pupidizuccaro

Che cosa fa un giovane a Palermo? Spera di andarsene. Forse non partirà mai, ma se parte, fin dal primo giorno, pensa di tornare e sa già magari che questo non avverrà mai. Soprattutto se resta, non perdonerà chi è riuscito a partire (o tradire?), sia se avrà successo, sia se fallirà. Palermo è una città con cui è impossibile spezzare il cordone ombelicale.

dalla quarta di copertina di “Siciliani si nasce” di Vittorio Schiraldi.

Siciliani si nasceStavo pulendo la libreria di mia zia e in mezzo a polverosi trattati di anestesia ho trovato questo piccolo romanzo del 1983. L’ho letto in due giorni e mi ci sono specchiato. Una volta un´amica mi scrisse “…mia madre e la mia casa in Sicilia mi paiono certezze incrollabili, immutabili: io posso partire e ritornare e trovarli sempre al loro posto. Ma è chiaro che anche questa è un´illusione” e un altro amico tempo dopo mi confidò in una lunga e bella mail “Ho vissuto alcuni anni in Toscana. Subìto il ritorno in sicilia come un esilio. E lo sono ancora. Si emigra da quali terre?”.

Puntuale arriva la scena di “Nuovo cinema Paradiso”, il capolavoro di Tornatore: Salvatore, il protagonista, è alla stazione e Alfredo che gli dice: “Non tornare, non tornare mai, non scrivere, non pensare a noi”. Sullo sfondo ci sono le ancore. Glielo dice perché lo sa bene: chi si volta indietro è perduto. Il Siciliano è un Orfeo rovesciato: se si volta invece di perdere il suo amore, sarà lui a perdersi tra le braccia della terra amata.

Quando sono andato a Montevideo, in Uruguay, a 12mila chilometri da casa, avevo 25 anni e tanti sogni, son tornato e ho trovato tutto cambiato: mio padre, il mio gigante d´un metro e 64 centimetri, l´ho trovato asciugato dal male che poi me l´ha strappato due anni dopo. E le illusioni scoppiano al primo sole, quando capisci che la vita ha una bella dentatura e non perderà tempo a morderti. Ora sono qui, a Milano, a cercare di concretizzare quei sogni prima che il lievito finisca e mi si affloscino mentre ero occupato a fare altro. Ho visto partire un amico dopo l´altro, col nostro tavolo ottogonale di Mineo´s che si svuotava una sera dopo l´altra. Già qualche anno fa molti l’hanno fatto nell’unico modo possibile: scegliendo facoltà che esistono solo al di là dello Stretto. Sono certo che a molti non gliene fregava un fico secco di Diritto Internazionale… Solo che se uno non parte subito poi rimanda, rimanda e resta (“Parti? Dopo che hai dato le prime materie qui?”, “Ormai all’Università i professori mi conoscono… dopo l’ultima manciata di materie mi specializzo qui, poi vediamo…”).

Sicilia fa rima con fissaria. Son belle bugie bucate quelle che ci propinano intrallazzieri d´ogni risma che utilizzano il servizio civile o le docenze nei corsi regionali come ultima flebile speranza per non perdere i giovani figli di quest´isola triangolare. Perché cambiano dialetti e latitudini ma in ogni gruppo di picciotti ce ne sarà sempre uno che parlerà d´acrobazie sessuali improbabili, ci sarà pure quello che non ha mai smesso di pettinar minchiate per dar un senso a una vita troppo vuota e poi ci sono tutti gli altri, quelli che una mattina si stancano di aspettare che qualcuno s´accorga di loro e che vogliono solo la semplice possibilità di poter dimostrare chi sono e quanto valgono. Ci sono due poesie di Costantinos Kavafis che offrono due diversi appigli, buoni a rinfocolare le motivazioni di chi resta per sconforto e di chi ce la fa a partire e rimettersi in gioco. Della prima son sufficienti gli ultimi versi. “La città” spazza via ogni debole voglia di partire: “Non troverai altro luogo, non troverai altro mare […]/Perché sciupando la tua vita in questo angolo discreto/ Tu l’hai sciupata in tutta la terra”.

L´altra è una delle perle della letteratura mondiale che mette voglia di rimettersi sulla strada, un po´ come avviene ogni volta che rivedi correre Forrest Gump.

Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca

devi augurarti che la strada sia lunga,

fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni e i Ciclopi

o la furia di Nettuno non temere,

non sarà questo il genere di incontri

se il pensiero resta alto e un sentimento

fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.

In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,

ne´ nell´irato Nettuno incapperai

se non li porti dentro

se l´anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.

Che i mattini d´estate siano tanti

quando nei porti – finalmente e con che gioia -

toccherai terra tu per la prima volta:

negli empori fenici indugia e acquista

madreperle coralli ebano e ambre

tutta merce fina, anche profumi

penetranti d´ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,

va in molte città egizie

impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -

raggiungerla sia il pensiero costante.

Soprattutto, non affrettare il viaggio;

fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio

metta piede sull´isola, tu, ricco

dei tesori accumulati per strada

senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,

senza di lei mai ti saresti messo

sulla strada: che cos´altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso

già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.


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