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Sicurezza: da Echelon a Perfect Citizen

Da Pinobruno

C’era una volta Echelon, il grande orecchio spia con il quale Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia, e Nuova Zelanda intercettavano le comunicazioni private e pubbliche. Erano tempi di Guerra Fredda. I “cattivi” erano l’Unione Sovietica e il Patto di Varsavia. Dalla base pugliese di San Vito dei Normanni, ad esempio, Echelon ascoltava tutte le telefonate al di là dell’Adriatico e fino agli Urali. Oggi di quelle storie, di quelle guerre, restano rimasugli. Il nemico è il cyber terrorismo. Servono altri strumenti. Come il Perfect Citizen. Arma digitale contro nemici informatici.

Qualche giorno fa, il capo della CIA, Leon Panetta, aveva detto che ormai  “Viviamo in un mondo in cui la cyber guerra è una minaccia molto reale –  ha detto Panetta – potrebbe mettere in ginocchio la nostra rete energetica e minacciare il sistema finanziario, potrebbe paralizzare il paese”. La CIA dice e la NSA fa.

Sicurezza: da Echelon a Perfect Citizen

vecchia base Echelon in Gran Bretagna

Secondo il Wall Street Journal, il governo federale sta lanciando un programma chiamato Perfect Citizen per rilevare cyber attacchi alle aziende private, enti pubblici e infrastrutture critiche come la rete elettrica e gli impianti nucleari.

La sorveglianza da parte della National Security Agency si basa su un insieme di sensori distribuiti nelle reti di computer delle infrastrutture critiche. I sensori sarebbero in grado di dare l’allarme in caso di attività insolite. Cioè se è in atto un attacco informatico in grado di paralizzare le reti.

Sicurezza: da Echelon a Perfect Citizen

Una sala operativa della NSA

L’obiettivo del programma è garantire l’inviolabilità delle reti e dunque la sicurezza nazionale. Strutture sensibili come le reti dei trasporti (aerei, metropolitane, treni, eccetera) o energetiche (centrali elettriche, gasdotti, acquedotti, eccetera) non devono avere varchi tali da permettere ai cyber terroristi di violarle.


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