"LA FAMOSA CULTURA DELLA SICUREZZA " Ciclicamente ,ad ogni grande tragedia sul lavoro ,ovvero quando perdono la vita più di due persone nello stesso luogo ,si sente ripetere dai grandi esperti del nulla che “ occorre che ci sia la cultura della sicurezza “. Del fatto che debba esistere tale cultura siamo convinti anche noi , anzi le prime volte che sentivamo queste parole sulla bocca di un sindacalista o di un politico ,non lesinavamo espressioni di approvazione entusiasta .
Purtroppo abbiamo dovuto ricrederci alla luce del fatto che le medesime persone ripetevano ( e ripetono ) le stesse frasi ad ogni lutto ,neanche fossero incise su di un disco rotto . E tra una morte e l’altra non fanno nulla per attuare ciò che vanno stancamente ripetendo Ed allora pensiamo che sia ora di modificare l’atteggiamento ,l’approccio al problema . Visto il fallimento fin qui manifestato dobbiamo fare uno sforzo , dobbiamo porci l'obiettivo di fornire nuovi strumenti di interpretazione del fenomeno infortunistico in particolare attraverso l'approccio culturale e comportamentale alla sicurezza sul lavoro .La "Cultura della Sicurezza" viene spesso menzionata per lamentarne la carenza o l'assenza. Occorre innanzitutto fare chiarezza, uscire dalle generiche enunciazioni , e riconoscere le differenze tra gli adempimenti spettanti ai Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti ed ai lavoratori . Ognuno con i propri doveri e le proprie responsabilità , ben definiti e marcati . Senza fare sconti ad alcuno perché la negligenza verso la sicurezza non riconosce barriere fisiche o funzionali.
Oggigiorno è ampiamente diffusa e riconosciuta da tutti gli attori della sicurezza, la percezione che "la sfida più ardua sia sempre di più quella di formare le persone non a "mettersi il casco in testa", bensì quella di far "mettere la testa sotto il casco" anche in senso metaforico . E questo vale per tutti , da chi deve acquistare il casco , a chi deve controllarne l’utilizzo , a chi infine lo deve praticamente utilizzare . Una catena, un concetto che può salvare una vita umana.Per "lavorare sicuri", bisogna per prima cosa, cominciare ad abituarsi a "pensare sicuri". In molte situazioni parlare di cultura della sicurezza suona come una scommessa o addirittura "un lusso che non ci possiamo permettere"..Come “ non ci possiamo permettere la legge 626 “ .Ma questo lasciamolo dire agli stolti ed agli ignoranti .Noi vogliamo l’applicazione della legge 626 ( o meglio della legge 81/08 nella sua versione originale ) ,noi vogliamo che si parli di sicurezza ovunque , nelle scuole ,sul lavoro, nei convegni, in parlamento, nei consigli comunali,provinciali , regionali . E che il tema della sicurezza sia presente sempre , senza soluzione di continuità , fino a quando non ci sarà più alcuna famiglia che dovrà piangere un congiunto morto sul lavoro .
Andrea Bagaglio- Medico del Lavoro